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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Santa Rita / Via Gustavo Modena

IL GIALLO "Ho ucciso mia moglie" Allarme per un delitto che non c'è

Una serie di coincidenze aveva fatto temere il peggio, fino a quando la polizia ha fatto irruzione nell'appartamento di una studentessa universitaria ignara che il 40enne con cui si frequentava avesse dato in escandescenze dichiarando di aver commesso un delitto

Una matassa a dir poco ingarbugliata e che gli uomini della squadra Volanti della questura di Padova hanno dovuto sbrogliare dopo che un uomo, fermato in via Cesarotti mentre dava in escandescenze, aveva dichiarato di aver ucciso la propria moglie. Per ore gli agenti hanno indagato per riuscire a rintracciare la presunta moglie, temendo fino all'ultimo - per una serie di coincidenze - di trovarsi di fronte a un caso di omicidio.

FOLLIA IN STRADA. Sono le 15 di lunedì quando alla centrale operativa arriva la telefonata di una signora residente in via Modena, spaventata e agitata, che riferisce di essere stata fermata nell'androne del palazzo in cui abita e che quest'ultimo l'avrebbe importunata cercando di risalire le scale e di entrare nell'abitazione. Una volante arriva sul posto e rintraccia poco dopo, nella vicina via Cesarotti, un italiano che sta dando in escandescenze. Di rinforzo arriva anche una seconda pattuglia e un'ambulanza, con cui l'individuo, 40enne, lo stesso che la residente di via Modena aveva segnalato, viene portato in ospedale psichiatrico per un Tso.

IL GIALLO DELL'OMICIDIO. Sono intanto le 16.30 e l'uomo continua a ripetere di aver appena ammazzato la propria moglie. A questo punto, la polizia cerca di venirne a capo e, dopo aver consultato la cartella clinica dell'ultimo di una serie di ricoveri nell'ospedale psichiatrico cittadino, risale alla residenza del 40enne, che abita con la madre a Selvazzano. Raggiunta a casa, la donna spiega che il figlio non è sposato, ma che negli ultimi giorni lo ha visto frequentare una giovane studentessa con la quale la sera prima - riferisce sempre la madre - erano stati anche fermati per un controllo dalla Guardia di Finanza.

ISOLATA A SCRIVERE LA TESI DI LAUREA. Gli agenti a questo punto contattano le fiamme gialle per avere il nominativo della ragazza, una 23enne romena, studentessa universitaria che alloggia in via Modena, là nella stessa palazzina dove tutto in quel pomeriggio di follia era iniziato. Risalgono anche al suo numero di telefono e per prima cosa la chiamano, più e più volte, ma la giovane non risponde. Così decidono di tornare in via Modena, dove al campanello di casa la studentessa ancora non risponde e, grazie all'intervento dei vigili del fuoco, riescono ad entrare nell'abitazione da una finestra. Fortunatamente, nonostante le speranze di trovarla viva si fossero ormai ridotte al lumicino, di fronte gli agenti non si sono trovati alcuna scena straziante e macabra, nessun cadavere o bagno di sangue ma semplicemente una studentessa intenta a scrivere la propria tesi di laurea indossando sulle orecchie un grande paio di cuffie con musica in sottofondo da non riuscire ad udire il cellulare e il campanello che squillavano. Inutile dire lo stupore provato dalla ragazza nel trovarsi di fronte all'improvviso, nella tranquillità di casa, pompieri e polizia. La giovane ha confermato di frequentare il 40enne ma che non si erano mai verificati momenti in cui quest'ultimo si fosse comportato in modo strano.

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