Il comparto del terziario avanzato incrementerà il fatturato e l'occupazione

Eppur si muove. Galileo questa volta c’entra poco. C’entra di più la dinamica del comparto dei servizi che, nella consueta analisi previsionale per l’anno in corso, evidenzia un moderato ottimismo.

SERVIZI E SVILUPPO. Frutto di un questionario che il raggruppamento “Servizi & Sviluppo” dell’Ascom ha somministrato ad un panel di 211 imprenditori e professionisti che costituiscono il campione di un mondo che, solo in provincia di Padova, è valutabile in circa seimila imprese, l’analisi, condotta dal Centro Studi dell’Ascom, alla domanda se “è previsto un incremento di fatturato” rispetto all’anno precedente, il 38% ha risposto affermativamente, con un significativo uno su cinque che prospetta miglioramenti superiori al 15%. “Siamo ancora in una fase che potremmo definire “fluida” – commenta Nicola Bertin, presidente di “Servizi & Sviluppo” Ascom Padova – e non tanto per il fatturato quanto piuttosto per la propensione all’incremento di personale che risulta appannaggio di un 18% a fronte di un 66% che non sembra intenzionato ad incrementare il proprio organico”. Se lo fa, cerca soprattutto figure professionali con esperienza e, cosa significativa, punta all’assunzione con tutele crescenti, mentre diventa sempre più marginale il ricorso al collaboratore autonomo. 

COLLABORAZIONI. “Più per necessità che per virtù – continua Nicola Bertin – dal momento che la legislazione in materia di lavoro non è che sia andata particolarmente incontro alle necessità delle nostre imprese che sono del tutto particolari. A parte il discorso sui voucher che, per certi servizi sono indispensabili se non si vuole consegnare l’impresa al sottobosco del “nero”, il problema delle collaborazioni è un tema che meriterebbe di essere rivisto con tanto pragmatismo e pochissima ideologia”. L’obbligo, in altri termini, sarebbe quello di intercettare un’espansione del mercato che per il 24% degli intervistati è già un dato acquisito del 2016, mentre si ridurrebbe ad un 17% circa per l’anno corrente. “Il problema – analizza Mario Beltrame, vicepresidente di “Servizi & Sviluppo” Ascom Padova – è che sulle attività del terziario incidono moltissimo i fattori esterni, a cominciare dalla burocrazia che fiacca sul nascere chi avrebbe voglia di sviluppare l’attività”.

INNOVAZIONE. Non solo. Fisco meno opprimente, investimenti sull’information technology, lotta alla concorrenza sleale, sviluppo della banda larga, ecc., sono tutti fattori che vengono reputati in grado di dare gas o, viceversa, di far implodere un comparto che fa dell’innovazione il suo “credo” al di là di ogni situazione contingente. Così alla domanda “introdurrete elementi di innovazione?”, ben il 52,1% ha risposto in maniera affermativa specificando che per “innovazione” si intende sì innovazione nei servizi ma anche innovazione nel processo di approccio alla clientela. Insomma, l’impegno non manca. Anche se, stringi stringi, è poi il riverbero delle tante questioni nazionali irrisolte quello che sembra determinante anche a livello locale. “Non solo nazionali – aggiunge Beltrame – ma anche internazionali. Se infatti c’è un 87,8% di intervistati che ritiene che la situazione economica e politica nazionale possa influire sulle attività del terziario, c’è anche un 62% che reputa altrettanto importante l’evolversi del quadro internazionale”. Livelli, comunque, difficili da influenzare. “Per cui assume notevole importanza – conclude il presidente Nicola Bertin – l’accordo sottoscritto tra le sezioni del terziario avanzato delle organizzazioni imprenditoriali padovane (Ascom, Cna, Confesercenti, Confindustria e Upa) che va opportunamente pubblicizzato tra i colleghi visto che solo il 22% si è detto edotto sull’iniziativa”.