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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Uomo e imprenditore, massacrato fino a renderlo un malato mentale"

La storia di un padovano, Stefano B., e la denuncia di Federcontribuenti Veneto: "Le banche si sono adoperate per smantellare ogni suo bene anche se accusate di aver praticato usura e anatocismo"

"Stefano B. è stato screditato, additato come persona depressa, psicologicamente fragile, in procinto di uccidersi e quindi invitato a curarsi. Non è malato è solo un imprenditore padovano che non aveva problemi di lavoro fino a quando le società creditrici non sono fallite e le banche, vista la difficoltà per il rientro sul conto anticipi, non si sono adoperate per smantellare ogni suo bene anche se accusate di aver praticato usura e anatocismo". La denuncia è di Federcontribuenti Veneto.

IL RACCONTO DI STEFANO B. "Non avendo mai avuto bisogno delle forze dell'ordine non mi sarei mai immaginato una cosa del genere - dichiara lo stesso Stefano B. - rubare, estorcere, istigare al suicidio non sono più considerati reati, siamo solo limoni da spremere. Voglio che la mia persona sia pulita come lo era prima - afferma - per quello che riguarda la mia attività di imprenditore, in sede civile il giudice ha riscontrato usura nel conto corrente; per quello che riguarda i concordati, sono io che avanzo denaro e i debiti li pago quando sarò stato pagato per il mio lavoro. Se sto male è colpa degli usurai estorsori che non vengono puniti: è da quì che nasce il disagio".

LA STORIA. "Nel dicembre 2013, Stefano B. ha comunicato alle proprie banche di aver ricevuto dalle aziende sue clienti comunicazione di inizio procedure concorsuali per 400mila euro - spiega Federcontribuenti - lo ha fatto perchè la sua azienda utilizzava il conto anticipi e gli serviva che le banche attendessero per il rientro. Una di queste, ricevuta comunicazione e senza avvisarlo, gli ha congelato il conto aziendale, per poi intimargli di rientrare di tutte le somme, prospettandogli, come unica alternativa, un mutuo ipotecario intestato a terza persona estranea all'azienda, mettendo le mani sulla casa dei genitori". A questo punto, Stefano B., cittadino italiano, contribuente senza alcun debito con il fisco, lavoratore senza problemi di lavoro, viene sbattuto spalle al muro con l'azienda che gli si sbriciola tra le mani, con i conti da far quadrare, in azienda e in casa, e una vita di colpo non più sua ma della banca. Decide di farsi fare una perizia econometrica sui movimenti bancari, decide cioè di passare all'attacco e "la perizia riscontra usura e anatocismo, ma il giudice per le indagini preliminari, riscontrate anomalie nel calcolo, ne dispone l'archiviazione per il reato di usura". I legali di Stefano B. si sono opposti alla richiesta.

FEDERCONTRIBUENTI.  ''Accertare l'usura è affare sempre più complicato - afferma Federcontrinuenti - specie quando si accavallano i periodi anti e post Csm ( Commissione massimo scoperto in vigore fino al 2010 e sostituita con Commissione istruttoria veloce ), la Civ penalizza fortemente gli utenti bancari perché, anche per poche ore di scoperto, si trovano addebitati costi di Civ altissimi. Non è vero che l'usura non si applica più, è vero che dimostrarla, calcolarla e quindi accertarla è stato reso più difficile".

LA SITUAZIONE ECONOMICA DI STEFANO B. 400mila euro è la somma che Stefano B. dovrebbe vedersi accreditare dalle aziende in concordato; 300mila euro quella che dovrebbe ricevere avere da società fallite; 270mila euro il debito con la banca: meno i 110mila euro che la banca ha prelevato dal conto di famiglia e meno 154mila euro conteggiati dal perito per gli interessi anatocistici, sarebbe rimasto un residuo di 6mila euro, a fronte di un'azione esecutiva dal valore di 700mila euro.

LA POSIZIONE DELLA BANCA. "La Banca ha precisato che la legge li autorizza a passare all'azione esecutiva anche per soli 100 euro - spiega Federcontribuenti - iniziano le attività di blocco, l'impossibilità cioè di lavorare per Stefano B., che, senza un conto corrente, si vede occludere ogni canale per pagare ma anche per riscuotere. Neanche la garanzia di Artigianfidi convince le banche a mollar l'osso e rifiutano come garanzia il capannone dell'azienda. Pressano B. con doppi appuntamenti settimanali, infine si prospetta il fallimento".

DA IMPRENDITORE SANO A "MALATO MENTALE".  Il 9 aprile 2015, un anno dopo la denuncia di Stefano B. alla caserma dei carabinieri di Legnaro, con le accuse contro la banca di usura, atti persecutori, lesione del diritto di immagine, estorsione e istigazione al suicidio, la stessa caserma ha scritto ai servizi sociali del proprio Comune. Il comandante era preoccupato: "Stefano B. non intende arrendersi e continua a portare avanti l'azienda tra enormi difficoltà, tanto da causargli uno stato di ansia e depressione. L'uomo riferisce che tra le 4 e le 5 del mattino sente il bisogno di compiere gesti insani e, per scongiurare tali eventi, invoca l'aiuto alle forze dell'ordine o scrive email al ministero dell'Interno, alla Prefettura, al Centro anti racket, anti usura. Non chiede aiuto però al servizio sanitario né intende recarsi per sottoporsi alle cure del caso".

I SERVIZI SOCIALI. I servizi sociali hanno risposto al comandante (conversazione del 2 maggio in caserma a Legnaro): "Il signor Stefano B., pur non essendo stato informato preventivamente dell'incontro con un medico, ha accettato il colloquio senza irrigidirsi. Si è presentato lucido, orientato, senza evidenziare turbe della percezione e dell'ideazione. Ha raccontato con adeguata preoccupazione una vicenda di lavoro molto complessa e i vari passi che sta mettendo in atto per garantire la prosecuzione della propria attività e la salvaguardia della propria famiglia.Non ho ritenuto necessario proporgli una terapia farmacologica, non avendo riscontrato una sintomatologia inquadrabile in una patologia".

LA DENUNCIA DI FEDERCONTRINUENTI. "Perchè non c'è pillola o altra terapia che possa far guarire dalla rabbia un uomo che aveva chiesto solo tempo alla propria banca - conclude Federcontribuenti - un temporeggiare che avrebbe risolto tutto senza lasciare una lunga scia di sangue, amarezza e voglia di riscatto. Perchè un uomo, in Italia, viene attaccato in tutti i modi con cui si può attaccar un uomo, defraudandolo di ogni bene, dalla casa, ai conti bancari, al lavoro finanche della propria dignità umana". 

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