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Cronaca

Incendio alla Rotogal, l’esperto: «Valutare gli effetti a medio lungo termine e monitorare l’effetto-diossina»

Dopo l’incendio alla Rotogal di San Pietro in Gù continua il lavoro dei funzionari dell’Arpav che stanno analizzando i valori di potenziali inquinanti su aria, acqua e terreno. Le prime analisi sull’aria sono rassicuranti

Dopo l’incendio alla Rotogal di San Pietro in Gù continua il lavoro dei funzionari dell’Arpav che stanno analizzando i valori di potenziali inquinanti su aria, acqua e terreno. Le prime analisi sull’aria sono rassicuranti, proseguono quelli sull’acqua, in particolare sul Ceresone, dove sono defluite le acque di spegnimento dell’incendio, dove le concentrazioni di solventi organici al momento è superiore agli standard.

Analisi

Tuttavia, se le analisi appaiono rassicuranti, l’esperto consiglia di mantenere alta la sogli di attenzione anche nei prossimi giorni.  «In casi di incendi come questo, infatti, due sono gli effetti dagli inquinanti gassosi tossici sprigionati dalle plastiche e dalle colle bruciate. Un effetto immediato sulle persone direttamente esposte alla nube (come tosse, svenimenti, arrossamenti ecc.) e uno a medio-lungo termine con conseguenze fisico-chimiche, sia dirette sulla popolazione, sia indirette per il deposito di particelle varie su piante, ortaggi, terreni limitrofi e corpi idrici vari». Queste le parole di Matteo Benazzo, ex consulente giuridico al Senato presso le commissioni permanenti “Territorio, ambiente, beni ambientali” e “Agricoltura e produzione agroalimentare”, avvocato presso lo studio legale internazionale Pavia e Ansaldo, professore aggregato e ricercatore di ruolo presso l’Università degli Studi di Macerata, dove insegna diritto ambientale e sicurezza. 

Esperto

«Gli idrocarburi policiclici aromatici sono il problema principale per le enormi quantità generate negli incendi di plastiche e colle, ma anche le diossine e gli altri composti in concentrazioni inferiori rappresentano una concreta criticità per la cui valutazione occorre più tempo – continua l’esperto - Ed invero, la maggior parte degli inquinanti tende a essere degradata molto rapidamente, ma quelli più persistenti (come la diossina, se generata) tendono a conservarsi e a degradare in anni. Ed invero, la maggior parte degli inquinanti tende a essere degradata molto rapidamente, ma quelli più persistenti (come la diossina, se presente) tendono a conservarsi e a degradare in anni. Il tutto dovrà essere comunque valutato alla luce delle quantità di polveri rilasciate, dell'area interessata e delle concentrazioni inquinanti presenti nelle polveri. Ad ogni modo, esposizioni limitate a poche ore dovrebbero presentare meno problemi».

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