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Cronaca Monselice

Inquinamento cementificio di Monselice: respinta la richiesta di archiviazione

Il gip Margherita Brunello ha respinto la richiesta di archiviazione promossa dal pm che aveva delegato accertamenti su un esposto presentato da un residente

Doppia inchiesta sul cementificio di Monselice, da anni al centro delle battaglie ambientaliste dei comitati che chiedono accertamenti su emissioni e inquinamento. Il giudice per le indagini preliminari Margherita Brunello ha respinto la richiesta di archiviazione promossa dal pubblico ministero che nei mesi scorsi aveva delegato accertamenti su un esposto presentato da un residente di Monselice.

Bruciori

Il cittadino lamentava bruciore agli occhi ogni volta che la cementeria accendeva l'impianto. Le analisi dell'Arpav non avevano evidenziato criticità, ma il gip ha chiesto al pm di approfondire alcuni aspetti ulteriori, affiancando al lavoro dell'Agenzia per l'Ambiente anche quello dei carabinieri del Noe di Venezia. Per quesito fascicolo sono indagati gli ex proprietari della cementeria Giuseppe, Alvise e Leonardo Zillio, l'ipotesi di reato è "lancio pericoloso di cose", articolo che, applicato alla normativa ambientale, consente di approfondire la natura di fumi ed emissioni sospette. Il pubblico ministero Daniela Randolo, che segue il caso, ha inoltre accorpato all'indagine dei bruciori agli occhi  anche il fascicolo (senza indagati) relativo alla richiesta fatta dagli Zillo di inserire i derivati dei rifiuti nei forni della cementeria, richiesta che provocò una rivolta della popolazione alla fine del 2016 per via di un errore dei proprietari sul calcolo delle emissioni di cloro.  L'anno scorso la famiglia Zillo ha venduto l'impianto di Monselice (e quello gemello di Fanna a Pordenone) al colosso dei cementi Buzzi Unicem.

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