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Incidenti stradali

Ciclista ubriaco passa col rosso, finisce contro un'auto e la danneggia: chi risarcirà?

Il sinistro, successo a Padova, ripropone il problema della mancanza di tutela per gli automobilisti incolpevoli che investono pedoni o ciclisti irresponsabili e nullatenenti

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

Le è sbucato davanti all'improvviso, attraversando l'incrocio in bicicletta con il semaforo rosso e finendo inevitabilmente per essere investito dalla sua automobile. Per fortuna - la cosa certo più importante -, il ciclista brillo e incosciente si è salvato, ma essendo uno straniero nullatenente, per la conducente non ci sarà modo di ottenere un giusto risarcimento dei danni materiali subiti dal suo veicolo, oltre mille euro.

La disavventura capitata lo scorso 11 marzo a una giovane studentessa di 26 anni residente a Saonara, nel Padovano, ripropone la questione degli investimenti nei casi in cui pedoni e ciclisti tengano comportamenti irresponsabili e incuranti delle norme del codice della strada e del vuoto di tutela per gli incolpevoli che si trovano, loro malgrado, a travolgerli.

Quella sera, alle 22, la giovane, a bordo della sua Fiat Panda, sta percorrendo Corso Stati Uniti, a Padova, in direzione corso Kennedy, quando, giunta in prossimità dell'incrocio con via della Ricerca Scientifica, si appresta a impegnarlo avendo il semaforo verde. All'improvviso, però, una bici proveniente da Corso Stati Uniti, lato centro ingrosso Cina, si butta in strada per attraversare in direzione di via della Ricerca Scientifica, nonostante abbia il semaforo rosso e la bicicletta sia per di più sprovvista di fanalino: in sella c'è un 24enne di origine romena residente a Villanova di Camposampiero, sempre in provincia di Padova.

Pur procedendo a velocità moderata, nel rispetto del limite dei 50 km/h, l'automobilista non può fare nulla per evitare l'impatto: il ciclista viene sbalzato sul cofano e sfonda anche il parabrezza della vettura, per poi rovinare sull'asfalto. Trasportato dall'ambulanza del Suem al Pronto Soccorso dell'ospedale di Padova, per fortuna il ferito non corre pericolo di vita e sarà dimesso con una prognosi di 40 giorni.

La studentessa, scossa per l'accaduto, tira ovviamente un grande sospiro di sollievo, ma si rende presto conto di essere entrata in un meccanismo dal quale ha solo da perdere. Neanche tre settimane dopo l'incidente, infatti, il giovane romeno si rivolge ad un legale e invia alla compagnia assicurativa della vettura una richiesta di risarcimento dei danni fisici subiti, adducendo responsabilità in capo all'investitrice. "Bel coraggio", verrebbe da dire, considerato che il rapporto della polizia locale di Padova, intervenuta per i rilievi, esclude invece ogni colpa da parte della conducente, accertando al contrario due infrazioni, con relative sanzioni, a carico del ciclista: il mancato rispetto della precedenza e, violazione ancora più grave, la guida in stato di ebbrezza essendo risultato positivo agli esami del sangue per verificare l'assunzione di sostanze alcoliche.

La 26enne, risultata invece negativa all'alcoltest, attraverso la consulente personale Elisa Sette, si è quindi rivolta a Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, per essere tutelata da queste assurde pretese e anche per vedersi risarciti i danni materiali subiti dal veicolo, che ha avuto danneggiato il parabrezza, il cofano, la capotta e i paraurti anteriori, per un preventivo della carrozzeria per la riparazione di 1.100 euro.

Ed è qui che ci si è scontrati con la totale inadeguatezza delle norme vigenti. Il ciclista, ovviamente, non era assicurato, non aveva men che meno alcuna polizza infortuni e risulta nullatenente. Per queste casi di mancata copertura assicurativa, com'è noto, è stato istituito il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, ma neanche questa strada è percorribile perché esso agisce solo quando sono coinvolti veicoli a motore: bici e pedoni sono esclusi. "Una lacuna che andrebbe colmata - osserva il presidente di Studio 3A, Ermes Trovò - prevedendo un intervento del Fondo anche in queste circostanze, che sono in continuo aumento".

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