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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Rubano

Rubano, chiude lo stabilimento della IN.CO: 230 lavoratori a rischio

Rischio chiusura nel giro di due mesi. Ai 230 lavoratori è stato proposto di lavorare un giorno su 5 e fare i restanti 4 in cassa integrazione, per poi chiedere il trasferimento nelle altre sedi. Annunciato presidio

A rischio di chiusura la sede a Sarmeola di Rubano della IN.CO, azienda storica dell’industria dell’abbigliamento per uomo, rilevata dal gruppo Ermenegildo Zegna nel 1996 dal concordato della GVAL dipendenti, e che, oltre allo stabilimento padovano, conta anche unità produttive a Novara e a Biella, con oltre mille dipendenti complessivi. La notizia è stata comunicata venerdì dalla direzione, durante l'incontro con con le rappresentanze sindacali del settore e le Rsu, e si è abbattuta come un "fulmine a ciel sereno" sui 230 lavoratori occupati.

"STATO DI CRISI". La Direzione ha comunicato lo stato di crisi, la riduzione dell’attività produttiva ad un solo giorno lavorativo alla settimana e il concreto rischio della chiusura dello stabilimento nel giro dei prossimi due mesi. Alle circa 230 persone che lavorano per la sede padovana della IN.CO, in grandissima parte donne, è stato proposto di lavorare un giorno su 5, e fare le restanti 4 giornate in cassa integrazione. A tutti è stato proposto, inoltre, il trasferimento in una della altre sedi, a Biella, Novara e Parma.

PRESIDIO DI PROTESTA. Doveva essere un incontro di routine, programmato da tempo, ma così non è stato. L’oggetto dell’incontro, il rinnovo del contratto aziendale, è stato subito accantonato da quello che i dirigenti sindacali hanno definito un vero e proprio "fulmine a ciel sereno". La notizia è stata accolta come lo scoppio di una bomba dai 230 lavoratori occupati, che, già lunedì alla ripresa del lavoro, torneranno a riunirsi in assemblea e subito dopo daranno avvio alla prima manifestazione di protesta con un presidio davanti allo stabilimento, a partire dalla 10.

LO STABILIMENTO PADOVANO. “Sono sconcertanti le intenzioni dichiarate dall’azienda - dichiara Levorato - lo stabilimento padovano è dedicato alle produzioni di alta qualità e, dopo alcune difficoltà negli anni scorsi, superate con il ricorso al Contratto di Solidarietà, ne 2014 l’attività è andata a bene e non si è fatto più di una settimana di cassa integrazione ordinaria. Così anche in questi primi mesi del 2015”.

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