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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Rissa in stazione: le forze dell'ordine incontrano la comunità nigeriana

Il questore Savina e l'assessore Carrai hanno convocato stamattina i rappresentanti delle associazioni presenti sul territorio per costruire una strada verso un'integrazione fondata sul rispetto delle leggi

Non solo controlli e presidi per contrastare il dilagare del degrado legato allo spaccio in stazione. All'indomani della maxirissa che ha visto fronteggiarsi un gruppo di nigeriani con altrettanti tunisini, le forze dell'ordine si rivolgono alle comunità di stranieri integrati sul territorio per lanciare un appello di accoglienza e rispetto.

L'INCONTRO. Il questore, Luigi Mario Francesco Savina e l'assessore alla polizia municipale Marco Carrai hanno incontrato stamattina una delegazione di una trentina di persone appartenenti a varie associazioni legate alle comunità nigeriane del territorio, tra cui l''Associazione comunità nigeriana del Veneto': "Nella provincia di Padova ci sono 2700 nigeriani, di cui almeno 1800 sono in possesso di una carta di soggiorno, il che significa che lavorano e vivono onestamente nel nostro paese da anni - spiega il questore Savina - abbiamo scelto di rivolgerci a loro per costuire una politica di integrazione che abbia come cardine il rispetto delle nostre leggi". La strada del dialogo con queste realtà era già stata sperimentata in altre occasioni dando risultati positivi: "Abbiamo già avuto modo di lavorare insieme a queste persone in altre occasioni - spiega l'assessore Carrai - ad esempio ci hanno aiutato a costruire l'ordinanza sulla limitazione dell'apertura dei phone center".

LE PROPOSTE. Già nell'ambito di questo primo incontro sono emerse alcune considerazioni dalle quali partire per costruire un percorso di integrazione: "E' emersa una difficoltà da parte loro di mettersi in relazione con i connazionali - spiega Carrai - in sostanza ci è stata segnalata la mancanza di luoghi di aggregazione ed incontro riservati ai cittadini stranieri". L'esigenza di trovare una modalità per intercettare ed indirizzare verso la strada della legalità chi arriva in città è fondamentale: "Bisogna evitare che per chi arriva a Padova i primi incontri con connazionali siano alla stazione, con spacciatori e malviventi - spiega Savina - le occasioni per vivere nella legalità ci sono, ma spesso serve qualcuno che funga da intermediario e che indichi la strada giusta".

L'idea è quella di contattare per un confronto anche la comunità tunisina, nel frattempo, l'appuntamento con quella nigeriana per un ulteriore incontro è fiassato per il 4 agosto.

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