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Cronaca Trebaseleghe

Infanticidio di Trebaseleghe, il figlio non era dell'attuale fidanzato

La giovane madre 17enne, arrestata giovedì scorso per l'omicidio della sua piccola, accoltellata appena subito dopo un aborto provocato da un farmaco, sarebbe stata già incinta prima di iniziare la sua nuova relazione

La bambina potrebbe essere stata figlia di un altro uomo. Proseguono le indagini sul massacro di Trebaseleghe. Una storia agghiacciante, che, giovedì pomeriggio, ha portato all'arresto della giovane madre 17enne, accusata di omicidio doloso aggravato nei confronti di discendente, occultamento di cadavere in concorso e false attestazioni sull'identità personale.

LA BIMBA ERA DI UN ALTRO UOMO. "La devo togliere". Così, come riportano i quotidiani locali, avrebbe parlato ad un'amica di quella gravidanza "ingombrante". Quel figlio, non lo voleva, probabilmente perché non era del fidanzato, il 18enne domiciliato a Zero Branco (Treviso), indagato per procurato aborto e occultamento di cadavere. Infatti, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la nuova relazione sarebbe iniziata lo scorso giugno, cinque mesi prima del parto, mentre il feto - secondo l'autopsia almeno sette mesi di gestazione - sarebbe stato concepito prima. Con chi, per ora resta un mistero.

L'ABORTO E LE COLTELLATE. Gli inquirenti stanno facendo luce su cosa accadde la notte del 18 novembre, quando la ragazza finì all'ospedale di Camposampiero per un'emorragia seguita all'aborto. Nelle ore immediatamente precedenti, avrebbe assunto due pastiglie di Cytotec, un farmaco che serve a curare l'ulcera, ma che, se usato in gravidanza, può provocare un aborto. Il medicinale, se lo sarebbe procurato assieme al fidanzato, con la ricetta di un medico di Milano, dove il giovane risiede. Nel cuore della notte, la 17enne avrebbe partorito il feto, da sola, chiusa in bagno, mentre i genitori dormivano. Subito dopo, avrebbe tagliato il cordone ombelicale con un paio di forbici, le stesse che avrebbe impiegato per accoltellare al torace e alla testa la sua bambina, nata viva, per assicurarle la morte. Solo a quel punto, avrebbe adagiato il corpicino massacrato e avrebbe chiamato il compagno, sostenendo che la figlia fosse nata morta.

LE BUGIE E IL CADAVERE SEPOLTO. Il cadavere, avvolto in una maglietta e infilato in una busta, lo avrebbero occultato assieme, nei giardini poco distanti da casa di lei a Trebaseleghe, in una piccola buca profonda 15 centimetri. Poi la corsa in ospedale, perché quell'emorragia continuava e la scusa ai genitori: dovevano andare in farmacia a prendere una medicina per il mal di pancia. Ai medici la ragazza aveva riferito di avere avuto un aborto spontaneo, di essere stata incinta di poche settimane e di essere maggiorenne, esibendo una tessera sanitaria non sua. Ma il personale sanitario, visitandola, aveva capito che quella storia non poteva essere vera e aveva chiamato i carabinieri, che, con l'aiuto del fidanzato, avevano trovato i resti della bambina. Da lì in poi, sarebbero emerse tutte le altre bugie di sua madre. Secondo gli inquirenti, la ragazza avrebbe una pericolosa inclinazione al delitto.

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