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Cronaca

Influenza, già 33 le morti in Veneto Superato però il momento di picco

Nell'ultima settimana, i dati regionali mostrano finalmente un'inversione di tendenza, con un calo dell'incidenza di chi ha contratto il virus che, dall'inizio della stagione, ha messo a letto 30.589 veneti

Sulla base dei dati relativi alla settimana dal 2 all’8 febbraio, l’influenza stagionale in Veneto risulta aver finalmente superato la sua fase di picco. Pur avendo ancora messo a letto altri 30.589 veneti, l’incidenza per 10mila abitanti è scesa a 62,1, in calo di venti punti rispetto alla settimana precedente.

MOLTI MORTI. Pesante il numero dei decessi, che ha raggiunto quota 33 dall’inizio del monitoraggio, e dei casi complicati, sinora 157, 99 dei quali classificati gravi, con 88 ricoveri in terapia intensiva e 11 pazienti gravissimi sottoposti alla terapia di ossigenazione extracorporea con la tecnologia Ecmo. È questo l’esito dell’ultimo rapporto sull’andamento dell’influenza stagionale in Veneto, diffuso dal settore Promozione e sviluppo igiene e sanità pubblica della Regione. Per quanto riguarda le categorie d’età, il calo maggiore dell’incidenza ha riguardato i bambini da zero a 4 anni, quasi dimezzato dai 248,2 casi per diecimila della scorsa settimana ai 127 per diecimila dell’ultimo rilevamento. In forte diminuzione anche il tasso tra i 5 e i 14 anni, sceso di quasi un terzo e avvicinatosi ai 100 casi ogni diecimila. Meno consistente il calo nella classi di età tra 14 e 65 anni e tra gli over 65, ma la situazione di questi due gruppi partiva da una situazione precedente decisamente migliore.

FASE PEGGIORE SUPERATA. "Teniamo ancora la guardia alta – sottolinea l’assessore alla Sanità Luca Coletto – ma questo rapporto contiene rilevazioni che vanno nella direzione univoca del superamento della fase peggiore. Purtroppo – rileva Coletto – stiamo registrando un alto numero di decessi, molto superiore alle passate stagioni, ma il calo delle vaccinazioni ha colpito duro, soprattutto nelle fasce a rischio. Questo deve far riflettere sulla necessità di innescare un recupero di fiducia rispetto alla pratica vaccinale, dopo un’annata costellata di notizie fuorvianti sui suoi presunti e non dimostrati rischi e di incidenti di percorso come il ritiro dei lotti di Fluad, poi risultati a posto".

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