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Cronaca Torreglia

Disdette e insulti al ristorante di Torreglia: «Non siamo la famiglia Turetta. Non c'è rispetto neanche per Giulia»

Dal 2011 i Fesio gestiscono il Ristorante La Cicogna ma hanno dovuto addirittura precisare, in un post, di non aver mai avuto a che fare con la famiglia di Filippo Turetta che lo aveva in gestione prima

Alla tragedia che sta sconvolgendo la vita di intere famiglie e che dovrebbe essere per questo trattata con rispetto, si deve fare invece per forza i conti con altra violenza, verbale e digitale, creata e alimentata dai pettegolezzi. In tempi di social poi, figuriamoci. Ma in casi come questi soprattutto, possono portare a gravi conseguenze e a situazioni a dir poco spiacevoli. Come è appunto accaduto alla famiglia Fesio. Una vicenda che dice molto della società in cui viviamo, in particolare per quello che viene definito genericamente "l'odio social". 

La Famiglia Fesio gestisce dal 2011, quindi da più di 10 anni fa, il ristorante La Cicogna. Prima però era mandato avanti dalla famiglia Turetta, i genitori di Filippo, il 22enne arrestato in Germania per l'omicidio della coetanea Giulia Cecchettin. Per questo motivo qualcuno ha sparso la voce che invece ci fossero ancora loro dietro al banco e ai fornelli, anche se così non è. Le conseguenze si possono intuire, subirle non è certo piacevole, figuriamoci poi se non per nessun motivo coinvolti direttamente.

«Mai avremmo pensato di dover scrivere un messaggio di questo tipo, in un momento di grande dolore per la famiglia di Giulia e il nostro pensiero va a lei una creatura di 22 anni che, aveva tutta la vita davanti e tanti sogni da realizzare. Tutta la nostra vicinanza alla famiglia», hanno premesso in un post nella pagina del locale. Poi però non hanno che potuto manifestare il loro disappunto a fronte di quanto gli stava accadendo: «A seguito di insulti e minacce ricevute ci teniamo a chiarire che, il ristorante La Cicogna di Torreglia è gestita dalla famiglia Fesio - lo scrivono in stampatello in modo che sia inequivocabile - dal 2011, e nulla abbiamo a che fare con la famiglia Turetta». Hanno dovuto perfino specificare questo elemento, a fronte di una valanga di messaggi vessatori, intimidatori e violenti. «Ogni ulteriore messaggio denigratorio e diffamatorio verrà segnalato alle autorità competenti», hanno giustamente precisato. «Mai avremmo voluto scrivere queste parole ma, noi viviamo del nostro lavoro e trovarci in questa situazione, di disdette tavoli e insultati senza alcun motivo è una cosa grave e ognuno dovrebbe prendersi la responsabilità di ciò che scrive», fanno notare visto che hanno ricevuto solo disdette in questo fine settimane, questo perché si è sparsa l'infondata voce che fosse gestito dai genitori di Filippo Turetta. «Rispettare il dolore di queste famiglie distrutte dovrebbe essere alla base del vivere civile ma ormai si è perso il senso del rispetto e insultare senza sapere ancora di più», fanno amaramente ma comprensibilmente notare. «Non siamo noi a doverci vergognare ma chi, in un momento tragico si permette, dietro una tastiera, di insultare gratuitamente senza conoscere la reale situazione». 

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