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Cronaca

Isabella Noventa, Manuela Cacco trasferita al carcere di Venezia alla Giudecca

La tabaccaia veneziana di Camponogara sta collaborando con gli inquirenti: "Uccisa da Debora, era già morta quando sono arrivata a casa di Freddy, ripulita del sangue"

È stata trasferita dal carcere femminile di Montorio (Verona) alla Giudecca di Venezia, più vicino a casa e agli affetti familiari, Manuela Cacco, la tabaccaia di Camponogara (Venezia), indagata - assieme ai fratelli Sorgato, Freddy e Debora - per l'omicidio di Isabella Noventa, la segretaria 55enne di Albignasego scomparsa lo scorso 15 gennaio. Come riportano i quotidiani locali, l'avvicinamento potrebbe essere conseguenza della collaborazione offerta dalla Cacco agli inquirenti.

"UCCISA A MARTELLATE DA DEBORA". La donna - la prima a crollare e a raccontare della messinscena con la giacca bianca di Isabella davanti alle telecamere del centro di Padova - nel corso dell'ultimo interrogatorio, il 7 marzo scorso, avrebbe rivelato ulteriori importanti dettagli sull'uccisione della 55enne: sarebbe stata Debora ad ammazzarla, colpendola mortalmente con una mazzetta alla testa mentre lei era di spalle, nella cucina dell'abitazione di Freddy. Manuela sarebbe arrivata dopo, quando il delitto era già stato compiuto e "ripulito". In auto, la tabaccaia avrebbe compiuto una serie di giri a vuoto attorno all'abitazione dell'amico, indugiando perché sapeva che quella sera si sarebbe incontrato con Isabella. Poi, una volta varcata la soglia di casa, i due fratelli le avrebbero raccontato dell'omicidio, avvenuto a colpi di mazzetta per mano di Debora, spiegandole di avere pulito le tracce e di essersi sbarazzati del corpo, e chiedendole di indossare gli abiti di Isabella.

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INDAGINI. Una versione dei fatti che potrebbe essere confermata o smentita dal corpo di Isabella, cercato per settimane nel Brenta, fino a mercoledì, quando è stato dato lo stop definitivo alle operazioni dei sommozzatori. Secondo gli inquirenti il cadavere potrebbe non essere mai stato gettato in acqua. Il pubblico ministero Giorgio Falcone, anche alla luce degli esiti di un primo esame sulle tracce biologiche rinvenute nella cucina dell'abitazione di Freddy a Noventa Padovana, secondo cui si tratterebbe di macchie di sangue e di varecchina, è tornato ad interrogare in carcere i fratelli Sorgato, ma entrambi continuano ad avvalersi della facoltà di non rispondere.

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