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Cronaca

Isabella Noventa, "Una trappola, i fratelli Sorgato avevano già deciso di ucciderla"

Secondo gli inquirenti, il delitto della segretaria di Albignasego non sarebbe stato compiuto d'impeto: Debora e Freddy lo avrebbero premeditato. Da accertare la posizione della Cacco

L'omicidio di Isabella Noventa non è stato commesso d'impeto: i fratelli Sorgato, Debora e Freddy, avrebbero teso una trappola alla segretaria 55enne di Albignasego. Emergerebbe, anche se in maniera implicita, dal resoconto dell'assassinio fatto da Debora a Manuela Cacco, e da quest'ultima riferito agli inquirenti nel corso dell'interrogatorio del 25 febbraio scorso (secretato fino a qualche giorno fa): come riportano i quotidiani locali, la sorella di Freddy avrebbe detto alla tabaccaia veneziana di avere aspettato, nella villetta di via Sabbioni a Noventa Padovana, l'arrivo di Isabella e del fratello (i due erano stati a cena alla pizzeria "Est est est" di Lion di Albignasego), come con lui precedentemente concordato, e, quindi, di averla uccisa, proprio lì, nell'abitazione dell'uomo, il quale, dopo avere assistito all'assassinio, avrebbe architettato la messinscena del passaggio di Manuela Cacco travestita da Isabella davanti alle telecamere in centro a Padova.

"DEBORA E FREDDY AVEVANO PIANIFICATO TUTTO". L'ipotesi investigativa è che il delitto della segretaria di Albignasego sia stato, quindi, pianificato. Il movente della derisione (Debora - secondo quanto avrebbe raccontato alla Cacco - avrebbe contestato ad Isabella le denunce presentate per ingiurie e molestie, di cui erano sospettate proprio lei e Manuela Cacco, e la donna, di risposta, le avrebbe riso in faccia) non reggerebbe, sarebbe stato solo la goccia: la morte di Isabella, i due fratelli, probabilmente, l'avevano già decisa. Resta, quindi, ferma l'accusa - per tutti e tre i coinvolti - di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Anche se rimane da accertare se la tabaccaia di Camponogara (Venezia) sia stata messa a parte di tutti i dettagli della vicenda, e se quindi fosse al corrente dell'intenzione dei due fratelli di uccidere la segretaria, o se il suo coinvolgimento si sia limitato alla simulazione del passaggio di Isabella in centro città.

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LA RICOSTRUZIONE DEL DELITTO. Secondo il racconto della Cacco - l'unica che finora ha collaborato con gli inquirenti, riferendo i dettagli del delitto di Isabella (video) come le sarebbero stati riportati da Debora la notte dell'omicidio - la sorella di Freddy avrebbe colpito Isabella con una mazzetta, probabilmente due volte, entrambe alla testa, davanti e poi dietro. Per evitare spargimenti di sangue, l'avrebbe poi infilata in un sacchetto: il decesso sarebbe, quindi, sopraggiunto per asfissia. Dopo essersi sbarazzata del corpo assieme al ballerino, avrebbe raccontato alla tabaccaia - nel frattempo arrivata in via Sabbioni - di quanto appena accaduto. Quindi, sarebbe stata ordita la messinscena. La Cacco sostiene, comunque, che non le sia mai stato riferito dove sia stato nascosto il corpo.

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TROPPI TASSELLI MANCANTI. Questo è uno dei tasselli fondamentali che ancora mancano alla ricostruzione del puzzle. Le ricerche del cadavere nel Brenta - per il momento sospese - non hanno portato a nulla. Anche se, sicuramente, se venissero riportati alla luce, i resti di Isabella potrebbero essere determinanti per confermare la ricostruzione fornita dalla Cacco e stabilire con certezza come la 55enne sia morta. All'appello manca anche la mazzetta con la quale Debora avrebbe colpito Isabella. Inoltre - come riportano i quotdiani locali - pare che, secondo le analisi condotte dalla biologa Luciana Caenazzo, le tracce biologiche rinvenute nella cucina di casa di Freddy non siano attribuibili ad Isabella, anche se i risultati non sono ancora completi.

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