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Cronaca

Freddy racconta la sua relazione con Isabella: "Dalla gelosia ai giochi erotici, era cambiata"

In 5 pagine scritte a mano, l'uomo accusato dell'omicidio della segretaria di Albignasego ripercorre la turbolenta relazione con la donna, dal primo incontro alla notte della tragedia

Cinque pagine di memoriale, scritte su un foglio protocollo in un italiano sgrammaticato. Sono le dichiarazioni rese al giudice Tecla Cesaro da Freddy Sorgato, accusato, assieme alla sorella Debora e alla tabaccaia veneziana Manuela Cacco, dell'omicidio di Isabella Noventa, la segretaria 55enne di Albignasego scomparsa nella notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016 (TUTTI GLI ARTICOLI SUL CASO).

GIUDICE, "PERSONA OBIETTIVA". Martedì scorso, per i tre imputati, accusati tutti di omicidio premeditato e soppressione di cadavere, si è aperto il processo celebrato con rito abbreviato. In apertura di udienza, prima che il pubblico ministero Giorgio Falcone prendesse la parola per iniziare la sua requisitoria, con un colpo di scena l'autotrasportatore e ballerino, alle spalle un passato amoroso tormentato al fianco di Isabella, ha affidato le sue parole al gup del Tribunale di Padova - "persona obiettiva" -, "in modo che si conoscesse la giusta verità".

GLI INIZI CON ISABELLA E LA GELOSIA. L'autografo di Sorgato ripercorre - come riportano i quotidiani locali - non solo l'ultima notte in cui Isabella è stata in vita, ma l'intero travagliato rapporto insistito tra i due a partire dal 2013, quando si conobbero in una scuola di ballo. Una relazione ostacolata, secondo Freddy, dall'eccessiva gelosia di lei, "manifestata in spiacevoli battibecchi", e degenerata quando per i due arrivò il momento di partire per l'Egitto, un viaggio organizzato proprio per rimettere in piedi quella storia: "Purtroppo in quell'occasione lei si presentava all'aeroporto di Verona insieme a una sua amica che prese il mio posto - scrive Freddy - la scusa fu che voleva un momento di riflessione per poter decidere se continuare o meno con me. Pretendevo rimborso del mio pacchetto viaggio ma la risposta fu negativa e così mi apprestai a indagare grazie a terza persona se si riuscisse a recuperare il maltolto. Vista la gravità dell'impresa mi rassegnai della perdita subita".

"LEI ERA CAMBIATA". Era l'ottobre del 2014 e i due amanti non si sarebbero più rivisti sino al luglio del 2015, quando si incontrarono casualmente ad una sagra paesana. Isabella, stando al racconto dell'uomo accusato del suo omicidio, si sarebbe mostrata sotto altra veste, "più disinibita e libertina", proponendogli una relazione da "amici di letto", senza pretese, "fino al giungere di giochi erotici estremi e di gruppo in cui io non c'ero". 

CENA E SESSO. Lo scritto prosegue con il racconto del viaggio - recuperato - in Egitto, fino ad arrivare alla notte della morte della donna. I due si sarebbero incontrati, in quel perodo, una volta ogni dieci giorni: pizza e sesso. Lo stesso sarebbe accaduto la sera del 15 gennaio. Dopo la cena alla pizzeria Est Est Est di Albignasego, la coppia avrebbe fatto tappa alla villetta di Freddy, in via Sabbioni a Noventa Padovana. Lui avrebbe assunto un medicinale per placare un forte mal di testa. Quindi, sarebbe iniziata la consueta routine di passione.

LA MORTE E IL CADAVERE NEL FIUME. "Durante questi giochi erotici Isabella si accasciava senza dare segno alcuno senonché mi apprestavo immediatamente a dare soccorso - racconta l'uomo - fui assalito subito dal panico e dalla paura, paralizzato dall'impossibilità di poter fare altro, colto dalle fatali responsabilità e conseguenze del fatto che di per sé rappresentava una grave minaccia della mia esistenza futura, così mi disfai del corpo mettendolo in un sacco e gettandolo nel fiume".

LA MESSINSCENA. Segue la narrazione della messinscena ideata dall'autotrasportatore e messa in atto da Manuela Cacco, che gli avrebbe bussato alla porta mentre si stava facendo la doccia. L'imputato - sapendo che Isabella aveva un appuntamento in centro a Padova quella sera - avrebbe chiesto alla tabaccaia - che aveva in programma una festa in città alla quale sarebbe andato poi anche lui - di indossare il giubbino della segretaria per vedere quali sarebbero state le reazioni della gente. Alla Cacco avrebbe detto di telefonare a Debora dopo la "sfilata" per farsi riaccompagnare. 

"LA MIA VITA, SEGNATA PER L'ETERNITÀ". "I giorni seguenti continuò ancora a imperversare in me la paura di quella notte - conclude Freddy - il mio affetto a Isabella era puro e marcato da non poterle mai e poi mai farle del male per nessuna ragione al mondo e questo accaduto mi ha segnato per l’eternità".

IL PROCESSO. Giovedì, riprenderà la requisitoria del pm Falcone, con la richiesta delle pene per i tre imputati.

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