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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

L'ex senatore Manconi porta il caso Guerra alla Corte Europea

Il fondatore di A Buon Diritto: «Contro Guerra era stata condotta una vera e propria caccia all’uomo». Riccardo Noury, Amnesty International: «A Carmignano di Sant’Urbano è accaduto qualcosa di molto grave in termini di violazione dei diritti umani»

«Ora speriamo che portando l’azione giudiziaria su un piano internazionale si possa continuare a perseguire verità e giustizia sulla morte del 32enne Mauro Guerra. Stiamo studiando alcune possibilità a livello di corti internazionali. E’ una vicenda troppo atroce, che non può finire qui. Troppe le responsabilità che non sono state accertate. Quella fuga nei campi e la successiva drammatica conclusione resta una lacerazione nella coscienza delle persone perbene».  E’ l'ex senatore Luigi Manconi, presidente e fondatore di A Buon Diritto a pronunciare queste parole dopo aver saputo della sentenza emessa nel processo civile a Venezia. La sentenza emessa dalla Corte d’appello di Venezia, che potrà essere impugnata e finire in Cassazione, ha riconosciuto il militare dell’Arma, il maresciallo Marco Pegoaro, responsabile di eccesso colposo di legittima difesa e lo ha condannato al risarcimento dei danni provocati ai familiari della vittima, costituiti parte civile con gli avvocati Fabio Pinelli e Alberto Berardi, sta facendo il giro d'Italia.

Risarcimento

Come è stato spiegato in aula, in attesa della quantificazione, l’imputato dovrà versare una provvisionale complessiva di 260mila euro. La condanna è limitata al risarcimento perché l’impugnazione contro l’assoluzione di primo grado è stata presentata solo dalle parti civili e non dalla procura. Mauro Guerra stava cercando di sfuggire a un Tso che nessuno aveva ordinato. 

Luigi Manconi

L'ex senatore Manconi, che si è occupato della tragedia del luglio del 2015 e ne ha parlato anche sulle pagine di Repubblica oltre a promuovere una serie di azioni tramite l'associazione che ha fondato, proprio a tutela dei diritti fondamentali della persona, spiega bene il suo punto di vista. «Nella tragica vicenda di Mauro Guerra e della sua morte c’è una responsabilità diretta di militari dell’arma dei carabinieri. Il processo penale che si è concluso con una assoluzione priva di conoscere comunque che contro Guerra era stata condotta una vera e propria caccia all’uomo. C’erano stati comportamenti abusivi e illegali, qualcosa di molto simile a un sequestro di persona attuato nei confronti di chi era completamente inoffensivo», ci ha detto al telefono l’ex senatore. «A ciò si deve aggiungere che era stata utilizzata pretestuosamente la motivazione di un inesistente trattamento sanitario obbligatorio. Complessivamente un comportamento che, secondo il maresciallo che aveva guidato la stazione dei carabinieri di Carmignano di Sant’Urbano, fino a tre mesi prima dei fatti, era stato totalmente privo di qualsiasi senso e ragione».

Amnesty International

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia ha da subito supportato la famiglia Guerra, è stato di fatto il primo ad occuparsene: «Una storia talmente periferica che ha rischiato di essere dimenticata», ha evidenziato Noury, sottintendendo quanto sia stato complicato far emergere, anche di fronte all’opinione pubblica, le contraddizioni e le atrocità di questa vicenda accaduta così lontano dalle luci dei riflettori, a Carmignano di Sant’Urbano. «Tenere l’accesa l’attenzione contribuendo a far emergere elementi di verità potrebbe aver contributo all’esito di questa mattina che fino a una settimana non immaginavamo. Dopo quasi sette anni per la prima volta la famiglia Guerra assapora un po’ di giustizia». Infine due considerazioni: «Questa è la conferma che a Carmignano di Sant’Urbano è accaduto qualcosa di molto grave in termini di violazione dei diritti umani, un fatto dallo svolgimento paradossale e dall’esito drammatico che ripropone due temi: l’abuso dei Tso e l’uso sproporzionato e non necessario della forza da parte di chi ne ha il monopolio».

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