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Cronaca Polverara

La passione per il volo fatale per Corrado Levorin

Corrado Levorin avrebbe festeggiato 34 anni il prossimo 15 luglio

Corrado Levorin avrebbe festeggiato 34 anni il prossimo 15 luglio. A tradirlo è stata la sua grande passione, il volo, gli elicotteri, la libertà di vedere il mondo dall'altro, di essere sempre padrone del proprio destino. Figlio unico, è nato e cresciuto nel piccolo comune di Polverara nel cuore della provincia di Padova.

Ricordo

Corrado, cresciuto con sani insegnamenti e innamorato dei suoi genitori, ha lasciato un vuoto incolmabile nella sua terra. Dopo che si è sparsa la notizia giovedì sera del blackout radar dell'elicottero che stava manovrando da Lucca a Resana nel trevigiano, i suoi amici e conoscenti si sono uniti in preghiera. Nessuno voleva pronunciare la parola morte. Si confidava nell'atterraggio d'emergenza in qualche zona isolata degli appennini, ma guai a dare Corrado per morto. La vittima del disastro aveva un cuore grande, serio e moderato nel parlare, aveva un innato pallino del leader che lo faceva amare da tutti. Rispettoso, mai sopra le righe, fin da ragazzino le compagnie facevano a gara per averlo nel gruppo. Prima di innamorarsi del mondo degli elicotteri, di studiare per conquistare i vari brevetti necessari, Corrado Levorin è stato un appassionato di sport di squadra.

Passioni

Su tutti, aveva il pallino del basket che l'ha portato a giocare anche a discreti livelli. Talmente coinvolgente e sicuro dei suoi mezzi che, insieme ad un amico, aveva fondato anche una squadra di pallacanestro tutta sua. Negli ultimi tempi, avendo trovato lavoro stabile a Thiene, aveva deciso di mantenere un contatto indelebile con la sua adorata Polverara, ma di trasferirsi con la fidanzata a vivere nel vicentino per essere più vicino al luogo di lavoro. Quanto è accaduto ha lasciato tutti senza parole. C'è incredulità, mancano le lacrime per sfogare il dolore ed urlare la rabbia che ha attanagliato un po' tutti coloro che avevano imparato ad apprezzarne le qualità umane e professionali. Mentre il papà dopo la notizia del blackout radar si è subito spostato in Emilia Romagna per seguire di persona le ricerche, la madre è rimasta nella sua casa di via Kennedy, circondata dall'affetto dei suoi cari. In attesa di riportare a casa la salma del pilota, ora è il momento del silenzio, della riflessione sulla precarietà della vita. C'è bisogno di fede, umiltà e amore per provare a rialzare la testa. Proprio quegli ideali sui quali si è sempre fondata la spina dorsale del carattere del valoroso e sfortunato pilota di elicotteri.

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