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Cronaca

Protesta dei dipendenti comunali Premi di produttività in ritardo

I lavoratori di Palazzo Moroni hanno proclamato lo stato di agitazione a causa della mancata erogazione dell'acconto previsto per l'anno 2013. I sindacati annunciano l'organizzazione di presidi nei posti di lavoro

Un primo accordo sottoscritto due settimane fa, che prevedeva l'erogazione del salario accessorio con lo stipendio di settembre, aveva sedato gli animi, ma ora i dipendenti del Comune di Padova tornano sul piede di guerra perchè, per motivi burocratici, pare che i premi produttività del 2013 potrebbero slittare ancora. Giovedì, durante l'assemblea indetta dalle Rappresentanze sindacali unitarie, i lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione. A questo faranno seguito una serie di iniziative a partire da presidi nei posti di lavoro.

LA PROTESTA. "Facciamo presente - segnalano le Rsu - che non si tratta di erogazioni a pioggia ma di somme destinate ad incentivare la produttività attraverso sistemi selettivi, che prevedono differenziazioni anche consistenti tra i dipendenti e che da sempre vengono corrisposte nel mese di settembre per consentire alle famiglie di far fronte, con minori difficoltà, alle spese che deve affrontare chi, per esempio, ha figli in età scolare o che vanno all'università". "Ricordiamo - proseguono i rappresentanti sindacali - che il contratto dei dipendenti delle autonomie locali non è rinnovato dal 2009 con forte e progressiva perdita del potere d'acquisto. Quegli stessi lavoratori ora devono scontrarsi con una burocrazia sterile, che guarda più alla forma che ai contenuti, anche solo per percepire somme in ogni caso spettanti e comunque già maturate".

ACCORDO AL RIBASSO. "I dipendenti del Comune di Padova chiedono all'amministrazione di onorare gli impegni da essa stessa sottoscritti attraverso un accordo che ora sembra non avere più valore - concludono - un'intesa che è costata mesi di duro ma costruttivo confronto e rispetto alla quale Rsu e organizzazioni sindacali avevano ottenuto un sofferto consenso di lavoratrici e lavoratori. Ricordiamo, infatti, che negli anni precedenti la erogazione dell'acconto di produttività si basava su presupposti ben più vantaggiosi. Consci delle difficoltà che il Paese sta attraversando abbiamo fatto un passo indietro ma non si può chiedere, a chi fa già tanti sacrifici, di andare oltre. Per questo utilizzeremo ogni legittimo strumento di sensibilizzazione e pressione politica per avere, in tempi brevi, una risposta positiva".

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