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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Vigonza

Manodopera in nero e loculi per dormire: blitz finanza negli opifici

Un'operazione che ha permesso di identificare quattro attivita gestite da cinesi di Vigonza. Condizioni igieniche precarie, zero sicurezza negli ambienti lavorativi, aree adibite a dormitori

Blitz della Guardia di Finanza in 4 attività di Vigonza, con sede in via Arrigoni, via Isonzo, via Barbariga e via II Giugno. Norme di sicurezza inesistenti, manodopera in nero e aree adibite a dormitori. I laboratori, dove venivano prodotti capi in pelletteria e calzature, erano tutti gestiti da cinesi. 38 i soggetti identificati e 4 denunce a piede libero per altrettanti imprenditori asiatici, responsabili delle strutture incriminate.

L'INTERVENTO. Un'operazione che ha visto la collaborazione delle fiamme gialle di Padova, del personale del servizio di prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro di Camposampiero, della polizia locale e del Comune di Vigonza. Per poter accedere ai laboratori, gli agenti sono stati costretti ad aggirare l'ingresso principale e bloccare gli accessi secondari. I proprietari dei quattro opifici avevano infatti installato delle telecamere di videosorveglianza e predisposto eventuali vie di fuga. Le strutture indagate erano divise al loro interno in due aree, una destinata alla produzione, l'altra adibita a baracca, con veri e propri loculi in cartongesso atti ad ospitare il maggior numero di persone possibile.

Blitz finanza laboratori cinesi vigonza

IL BLITZ. Al momento dell'intervento, in ciascuno degli opifici il personale era normalmente a lavoro. Già, perché si tratta di dipendenti instancabili, che, nelle strutture di lavoro, si fermavano persino per dormire. Le condizioni igieniche in cui versavano le strutture erano precarie, come i contratti, tutti da un'ora, massimo due. I laboratori, oltre a sfruttare manodopera non regolarmente individuata e a ospitare dormitori fuori legge, non avevano neppure dotazioni minime per quanto riguarda la sicurezza negli ambienti lavorativi. 

LE SANZIONI. Durante l'operazione, gli agenti si sono avvalsi dell'aiuto di un interprete per riuscire a comunicare con il personale cinese che non conosceva la lingua italiana. I controlli hanno permesso di individuare un opificio il cui numero di dipendenti in nero risultava superiore al 20% del totale. In un altro, il capannone non era neppure regolarmente destinato ad uso artigianale. Per il primo è già stata richiesta la chiusura dell'attività. Lo stesso sarà per il secondo capanno se il titolare non provvederà a regolarizzare lo stato d'uso della struttura entro i termini previsti dal Comune. Restano operative, invece, le altre due strutture sotto inchiesta. Sono in corso i successivi riscontri amministrativi volti a definire in modo puntuale la posizione lavorativa dei soggetti identificati per l’erogazione della maxi-sanzione.

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