Lavoro nero nel laboratorio cinese: sospesa l'attività e maxi multa
Ieri pomeriggio il blitz della Guardia di Finanza di Cittadella in un anonimo capannone a San Martino di Lupari. 4 i lavoratori risultati non in regola. Rilevate anche condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza a livelli minimi
Sospensione dell'attività e una maxi multa. Questo l'esito del blitz di ieri pomeriggio della Guardia di Finanza di Cittadella in un anonimo capannone a San Martino di Lupari dove sono stati trovati dei lavoratori in nero.
LE IRREGOLARITÀ. All'interno un vero e proprio laboratorio cinese dedito al confezionamento e alla produzione di magliette. Gli uomini delle fiamme gialle, guidati dal capitano Giuseppe Perrone, hanno riscontrato che la titolare, una 39enne cinese, non aveva provveduto a regolarizzare la posizione, ai fini della legislazione sul lavoro, di quattro connazionali provenienti dal sud est asiatico.
LE CONDIZIONI DI LAVORO. Inoltre, i militari hanno rilevato condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza lavorativa a livelli minimi, rinvenendo anche quattro piccolissime camere da letto delimitate, rispetto all’ambiente lavorativo, da sottili pareti costruite, dove i lavoratori riposavano per poi riprendere la lavorazione. Su questa situazione, i finanzieri invieranno comunicazioni agli organi competenti perchè prendano a loro volta provvedimenti, come il Comune e lo Spisal.
MULTA E SOSPENSIONE. Dato che il numero dei lavoratori “in nero” sorpresi è risultato superiore al 20% di quelli regolarmente assunti - in realtà il 100% di quelli trovati al lavoro nel momento del blitz sui 7 totali presenti nel capannone - la Finanza ha provveduto, di concerto con il personale della Direzione territoriale del lavoro di Padova, sia a comminare una maxi-multa che alla sospensione dell’attività lavorativa. 1.500 euro di sanzione scattano infatti in automatico quando si supera il 20% di lavoratori irregolari sul totale, dopodichè sarà la Direzione territoriale del Lavoro di Padova a comminare ulteriori multe per ogni lavoratore in nero. Per poter riprendere la propria attività, la titolare dovrà regolarmente assumere chi non era in regola.