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Cronaca

Lega, indagini per truffa e riciclaggio: perquisizioni a Padova

Anche il capoluogo euganeo è finito nel mirino dei controlli della Dia nell'ambito dell'inchiesta della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria su vicende che vedono coinvolto il tesoriere del Carroccio Francesco Belsito

Perquisizioni della Direzione investigativa antimafia anche a Padova, nelle ultime ore, nell'ambito dell'inchiesta su cui indagano le tre procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria su vicende che vedono coinvolto il tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito. 14 le perquisizioni e 8 avvisi di garanzia eseguiti in tutta Italia.

L'INCHIESTA. Le indagini riguardano anche i movimenti e l'utilizzo del denaro del Carroccio. Il partito - come dice l'ex ministro Roberto Maroni, che chiede le dimissioni di Belsito - "risulta parte lesa". Gli inquirenti milanesi, che accusano Belsito di truffa e appropriazione indebita, ipotizzerebbero comportamenti illeciti compiuti dal tesoriere anche quando era sottosegretario alla semplificazione nel governo Berlusconi. L'indagine sarebbe nata analizzando alcune transazioni finanziarie riferibili all'uomo d'affari veneto Stefano Bonet, legato ad un altro uomo d'affari, Paolo Scala, entrambi indagati.

LE ACCUSE. Partendo da queste movimentazioni, gli inquirenti milanesi sarebbero arrivati a contestare il reato di appropriazione indebita aggravata a carico di Belsito, Scala e Bonet, in relazione a investimenti in Tanzania, passando anche per Cipro, con soldi sottratti alla Lega Nord. Per quanto riguarda invece il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, a carico del tesoriere della Lega, le accuse riguarderebbero un illecito utilizzo dei rimborsi elettorali arrivati al Carroccio: i pm ipotizzano che siano stati presentati rendiconti irregolari ai presidenti di Camera e Senato, che sarebbero così stati tratti in inganno e che quindi non avrebbero sospeso i rimborsi elettorali. Nel mirino dei pm c'é anche l'ultimo, dello scorso agosto, di circa 18 milioni di euro. Un altro filone dell'inchiesta milanese vede indagati Bonet e Belsito per truffa ai danni dello Stato "con riferimento alle erogazioni concesse allo Stato sotto forma di credito di imposta in favore della società Siram", che si occupa di innovazione tecnologica. Anche nell'indagine di Reggio Calabria compare la Siram. Gli inquirenti contestano al tesoriere della Lega il reato di riciclaggio. Belsito, secondo l'accusa, sarebbe stato legato ad un intermediario ligure che a sua volta era in stretto contatto con esponenti della cosca De Stefano di Reggio, la più potente della città insieme a quella dei Condello. Le perquisizioni ordinate dalla procura di Napoli, invece, mirano a reperire documentazione sui rapporti finanziari tra Bonet, - legato a società finanziarie con interessi anche in Campania - e il tesoriere della Lega Nord, con cui sarebbe in rapporti economici.

GLI ALTRI NOMI. Gli altri indagati sono l'avvocato Bruno Mafrici, nato a Malito Porto Salvo (Reggio Calabria), ma residente a Milano in via Borgogna, al quale questa mattina sono state perquisite le abitazioni e lo studio professionale in via Durini nel capoluogo lombardo; Romolo Girardelli, procacciatore di grandi affari, detto "l'ammiraglio"; Lisa Trevisan, Leopoldo Caminotto e Nadia Arcolin. Le perquisizioni hanno, tra gli altri, riguardato la Effebi immobiliare, con sede a Genova, di cui Girardelli è risultato socio di Belsito attraverso il figlio Alex Girardelli, e la Polare Scarl, riconducibile a Stefano Bonet, del cui sportello genovese, secondo l'accusa, Romolo Girardelli risulta essere responsabile. Gli otto sono indagati per riciclaggio e Girardelli con l'aggravante di avere agevolato la cosca dei De Stefano.
 

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