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Cronaca Abano Terme

Richiesta di pena "alleggerita" per Luca Claudio: 5 mesi per l'ex "re delle Terme"

L'ex sindaco di Abano è alla sbarra per un appalto truccato nell'ambito della Tangentopoli delle Terme. Il pm ha tenuto conto di alcuni fattori chiedendo una condanna ridotta

Il pubblico ministero “grazia” Luca Claudio riconoscendogli il merito di essersi sempre presentato in aula e di aver ammesso le proprie colpe. Almeno per quanto riguarda il processo che lo vede imputato per la maxi tangente nella gara di appalto per la ex discarica di Giarre. Come riporta la stampa locale, la condanna richiesta è di 5 mesi e 15 giorni. Si torna in aula a ottobre.

Le nuove accuse

L'udienza si è svolta lunedì. Sul banco degli imputati Luca Claudio, quattro volte sindaco di Abano e protagonista della Tangentopoli delle Terme, che lo ha proiettato in un iter giudiziario ricco di colpi di scena. Già in carcere dal giugno 2016 per una serie di tangenti per le quali ha patteggiato 3 anni e 11 mesi, nel novembre dello stesso anno riceve una nuova ordinanza di custodia cautelare per un appalto truccato e una bustarella da 280mila euro, peraltro mai incassata.

L'appalto truccato

Claudio è accusato di turbativa di gara nell'ambito dell'appalto da 2,8 milioni di euro per la bonifica della ex discarica di Giarre. Avrebbe manomesso la documentazione per far ottenere l'appalto alla ditta Pistorello, ricevendo in cambio i 280mila euro (la richiesta iniziale era di 500mila). A dirigere l'inchiesta il pm Federica Baccaglini, che lo scorso luglio ha chiamato a testimoniare l'ex consigliere comunale di Abano, Michele Galesso e l'ex direttore dell'Ufficio tecnico Maurizio Spadot. Le testimonianze e le intercettazioni hanno permesso di ricostruire la vicenda: Claudio avrebbe fatto pressioni su Spadot per far vincere Pistorello, manomettendo le buste delle altre ditte partecipanti alla gara. Pistorello ne è uscito vincitore per mezzo centesimo di euro. Confermato anche l'incontro tra l'ex sindaco e il numero uno dell'azienda vincitrice, occasione in cui avrebbero contrattato sull'ammontare della tangente.

Le richieste dell'accusa

A fronte del quadro accusatorio, il pubblico ministero ha chiesto una pena di 5 mesi e 15 giorni, che andrebbero ad aggiungersi alla condanna definitiva a 3 anni e 11 mesi patteggiata nel dicembre 2016 in seguito al primo processo per la Tangentopoli delle Terme.

Dichiarazioni inaspettate

A creare stupore in aula, le premesse del pm che riconoscono all'imputato “Gesti di grande umiltà”. Ferma restando la gravità delle accuse, Baccaglini ha sottolineato come, nel corso del procedimento, Claudio sia sempre stato presente alle udienze esponendosi in prima persona. A far pendere la bilancia verso una richiesta di condanna clemente, anche il lungo periodo trascorso in carcere dall'ex sindaco, protagonista di un valzer che lo ha portato a entrare e uscire di prigione a più riprese. Apprezzata anche la scelta di confessare le proprie colpe, arrivata dopo l'intervista che nel marzo 2017 lo ha fatto tornare dietro le sbarre. L'accusa sembra dunque sensibile all'apparente pentimento dell'imputato. La difesa potrà esprimersi il 5 ottobre, in attesa poi della sentenza.

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