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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Profughi in marcia: i migranti verranno redistribuiti nelle strutture di tutto il Veneto

Dopo il tragico incidente che è costato la vita ad un migrante ivoriano, travolto da un'auto mentre stava raggiungendo in bici i compagni, giovedì mattina i migranti si sono messi nuovamente in cammino e sono stati bloccati dalla polizia a Bojon

I profughi venerdì mattina hanno ripreso la loro marcia per richiedere diritti e dignità. In 300 erano partiti dal centro di Cona per andare a Venezia con l'obiettivo di avere un faccia a faccia con il prefetto: si avvicina l’inverno e all’interno delle tende all’ex base militare di Conetta non vogliono più stare. 

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RIPARTITI

Venerdì i migranti che nei giorni scorsi hanno avviato la marcia di protesta da Cona, e che nella notte tra giovedì e venerdì hanno pernottato nelle parrocchie del comune di Mira, troveranno un nuovo posto in strutture di tutto il Veneto. Una cinquantina in tutto, quindi si parla di piccoli gruppetti di quattro persone in media per ogni struttura. Lo annuncia il sito di Gente Veneta, settimanale diocesano, riportando le parole del sindaco di Mira, Marco Dori: "Tutti troveranno una nuova collocazione, secondo un modello di ospitalità diffusa. E spero che anche altri Comuni, che finora hanno atteso, diano una mano, così da ottenere una condizione migliore per tutti".

NOTTE NELLE STRUTTURE DI MIRA

Nella notte le persone fuggite da Cona sono state così distribuite: 55 a San Nicolò di Mira, 45 nel patronato di Gambarare, 47 in quello di San Pietro di Oriago, 45 a Borbiago e 20, infine, in casa San Raffaele a Mira Porte, nella struttura di prima accoglienza aperta dalla Caritas diocesana. "Nessun’altra realtà, se non la Chiesa - fa presente Gente Veneta - avrebbe potuto rendersi disponibile in così poco tempo per dare un tetto e una cena a così tante persone".

IL SINDACO.

Il sindaco di Codevigo Annunzio Belan, d'accordo con la prefettura di Venezia, aveva cercato di convincere giovedì i migranti a salire su due autobus per evitare di stare all'addiaccio, ma si sono rifiutati perché la loro protesta avrebbe perso visibilità. Il vescovo ha quindi autorizzato l'apertura della chiesa e il gruppo è entrato all'interno dell'edificio religioso. In cambio ha provveduto alla pulizia della chiesa e del piazzale.

DIALOGO CON I MIGRANTI.

A seguire quanto accadeva e a dialogare con i ragazzi, oltre al parroco, don Michele Fanton, c’erano don Luca Facco, direttore di Caritas Padova e padre Lorenzo Snider, delegato dal vescovo per l’assistenza spirituale nelle basi di Cona e Bagnoli, che insieme hanno valutato e accompagnato la situazione in diretto collegamento con il vescovo, monsignor Claudio Cipolla. “Abbiamo lavorato insieme al parroco – racconta don Luca Facco, direttore della Caritas diocesana – per capire la situazione e comprendere il perché di questa marcia che i giovani richiedenti asilo avevano intrapreso. Ci siamo relazionati con le autorità del territorio, le forze dell’ordine e con il prefetto vicario. Valutata la situazione, sapendo che i ragazzi erano di passaggio e interagendo direttamente ed esclusivamente con loro, abbiamo aperto la chiesa per dare un ricovero caldo e sicuro per la notte".

LA CHIESA APERTA.

"Prima di aprire le porte -  spiega don Luca Facco - è stato concordato il comportamento e lo stile da tenere, di ordine e rispetto del luogo. La chiesa è rimasta riscaldata tutta la notte e sono stati aperti i servizi igienici del centro parrocchiale. Una volta entrati in chiesa abbiamo pregato insieme per il ragazzo che era morto durante il tragitto ed è stato un momento molto intenso. I ragazzi si sono comportati con ordine e decoro e stamane al risveglio hanno sistemato e ripulito con estrema cura la chiesa. La Caritas parrocchiale ha provveduto a ristorarli con del tè caldo e loro hanno ringraziato la comunità per l’accoglienza ricevuta. Comprendiamo la fatica e le ragioni del disagio di vivere in una hub, che dovrebbe essere di sosta temporanea e invece vede, purtroppo, tempi troppo lunghi. Le loro ragioni vanno comprese ma non strumentalizzate, si devono invece trovare percorsi virtuosi e soluzioni di accoglienza sempre più qualificata, favorendo la microaccoglienza che sta dando risposte importanti”.

LA TRAGEDIA.

Uno di loro mercoledì sera, intorno alle 20, ha perso la vita a causa di un tragico incidente. Salif Traore, 34enne ivoriano è stato investito a Codevigo, mentre era in bici su una strada priva di illuminazione. Il migrante dell'hub di Cona stava raggiungendo i compagni in piazza.


  

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