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Cronaca

Al via il processo di beatificazione per Luigia Maria Pulcheria Borgato

La suora di Saonara pagò con la vita l'aiuto ai ricercati tedeschi in fuga. La cerimonia pubblica avrà luogo il 14 gennaio alle ore 16 al collegio sacro di palazzo vescovile alla presenza di monsignor Antonio Mattiazzo

Si apre ufficialmente mercoledì 14 gennaio il processo per la beatificazione della "serva di Dio" Luigia Maria Pulcheria Borgato, per i più “Maria Borgato”. La cerimonia con la prima sessione pubblica e il giuramento delle diverse commissioni si terrà alle ore 16 nel collegio sacro di palazzo vescovile, ingresso da piazza Duomo, alla presenza del vescovo di Padova Antonio Mattiazzo.

LA STORIA. Luigia Maria Pulcheria Borgato venne alla luce a Saonara di Padova il 7 settembre 1898 da Antonio Borgato e Rosa Pagnin, prima di quattro figli. Nacque con una lussazione all’anca destra e nonostante un primo intervento a sei anni, rimase “zoppa” e rifiutò ulteriori interventi.

LA VOCAZIONE. Cresciuta in una famiglia molto devota si alimentò fin da giovane dei valori della fede e della dottrina cristiana e ben presto manifestò il desiderio di farsi suora, con il sogno di essere missionaria in Africa, ma la sua menomazione le impedì di perseguirlo. Perciò Maria Borgato visse la sua dedizione frequentando e seguendo la regola di vita della compagnia di sant’Orsola, fondata da sant’Angela Merici. Fu soprattutto nel periodo della seconda guerra mondiale che Maria Borgato si prodigò per aiutare i soldati ricercati dai tedeschi e che fuggivano dai campi di lavoro. 

LA MORTE. La sua opera continuò fino al 13 marzo 1944 quando venne arrestata a seguito del tradimento da parte di una persona che aveva ospitato. Condotta in caserma venne più volte brutalmente interrogata ma, nonostante le minacce e le percosse, non rivelò alcun nome. Venne quindi reclusa prima nel carcere di santa Maria Maggiore a Venezia e successivamente nel carcere di smistamento di Bolzano. Da qui, il 6 settembre 1944, chiusa in un carro bestiame, fu deportata nel lager di Ravensbrück a 80 chilometri da Berlino. Maria Borgato divenne “l’angelo” del campo e pregava incessantemente nonostante le proibizioni. La sua inabilità al lavoro le aprì presto la strada del “forno crematorio”: venne trasferita allo Jugendlager alla fine di marzo 1945 e da lì non uscì più.

LA BEATIFICAZIONE. L’apertura della fase diocesana del processo di beatificazione vede, dopo un primo momento di preghiera e la presentazione dell’iter del processo di beatificazione da parte del postulatore, monsignor Giuseppe Magrin, il giuramento di tutti i componenti del tribunale che seguiranno la causa. La cerimonia si concluderà con il discorso del vescovo Antonio Mattiazzo e la recita della preghiera per la beatificazione di Maria Borgato, scritta da monsignor Onello Paolo Doni.

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