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Cronaca

Meeting di Medici con l'Africa Cuamm, ospiti anche Mario Draghi e Paolo Gentiloni

Il rendiconto del primo anno di progetto: 55.209 parti assistiti, 2.410 bambini malnutriti gravi trattati e 17.167 malnutriti cronici seguiti in 7 paesi africani

Si è tenuto al Teatro della Luna di Assago, Milano, l’Annual Meeting di Medici con l’Africa Cuamm, per affrontare il tema delle sfide per la salute di mamme e bambini in Africa. Il momento per fare il punto, alla presenza di molti dei volontari e dei sostenitori del Cuamm, sul primo anno di attività del programma “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”, che nei prossimi anni in Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania e Uganda vuole garantire a 320.000 mamme il diritto al parto assistito e l’assistenza nutrizionale per loro e per i loro figli nei primi due anni di vita dei bambini.

L'IMPEGNO

I medici impegnati in Africa hanno portato il racconto della loro esperienza sul campo: dal Sud Sudan piegato dall’emergenza fame dove opera Giovanni Dall’Oglio, alle sfide in Sierra Leone, dove ha lavorato Alberto Rigolli, per ripartire dopo Ebola, puntando proprio sulla salute di mamme e bambini. Ma c’è stato spazio anche per l'impegno in Italia, negli insediamenti del foggiano in Puglia, a fianco dei migranti o tra gli sfollati per il terremoto ad Arquata del Tronto. Ospiti speciali, per una riflessione sulle sfide che riguardano l’Italia e l'Europa nel prossimo futuro, il presidente della BCE Mario Draghi e il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Insieme a loro l’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, Giuseppe Guzzetti, Romano Prodi e il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, oltre ad amici e testimoni che hanno visto e raccontato tante storie di impegno "con l'Africa": Niccolò Fabi, Paolo Rumiz, Gian Antonio Stella, Stefania Chiale e Beppe Severgnini.

LE INTERVISTE

L’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini ha sottolineato che: "La logica del bene è nel gesto minimo che tiene in piedi la storia", a concludere l’Annual Meeting l’intervento di don Dante Carraro: "Non siamo qui per autocelebrarci, ma perché ci interessa davvero dire a tutti che crediamo e vogliamo bene a questo continente umiliato. I giovani ci chiedono di aiutarli a rimanere lì e noi oggi dobbiamo tutti fare di più e meglio, con l’Africa. Avere il coraggio di credere che è possibile cambiare, dare una spinta a un continente che la sta cercando. L’Africa è un bivio costante tra dramma ed energia esplosiva, un’energia che ti anima e ti porta dentro".

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