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Cronaca

Stampa, l'Ordine sospende il direttore del Messaggero di Sant'Antonio

Quattro i mesi di stop inflitti a padre Ugo Sartorio, responsabile della testata edita a Padova e diffusa in tutto il mondo cattolico. L'accusa è di aver pubblicato per anni pagine pubblicitarie camuffate da contenuti giornalistici

Una bufera si è abbattuta sulla stampa cattolica: i vertici de "Il Messaggero di Sant'Antonio", edito a Padova, sono accusati dall'Ordine dei giornalisti del Veneto di commistione tra informazione e pubblicità.

IL GIORNALE. Il mensile, con oltre mezzo milione di copie vendute in Italia (oltre 520 mila solo di abbonati) in tutta Italia che ne fanno il terzo periodico per diffusione, è distribuito poi in tutto il mondo tra le varie comunità cattoliche devote a Sant'Antonio, per oltre un milione di lettori.

LE SANZIONI. A conclusione di una lunga istruttoria avviata sulla base dell'esposto presentato da un collega, l'ordine ha inflitto come sanzione disciplinare la sospensione dalla professione giornalistica per 4 mesi a padre Ugo Sartorio, direttore responsabile del periodico, e di 6 mesi a Luciano Segafreddo, direttore dell'edizione italiana per l'estero dello stesso mensile. La sanzione disciplinare diventerà immediatamente esecutiva solo nel caso in cui dovesse diventare definitiva senza alcuna impugnazione. Se, invece, i due giornalisti faranno ricorso chiedendo la "sospensiva", sarà necessario attendere il pronunciamento del Consiglio nazionale prima di poter eseguire il provvedimento.

L'ACCUSA. I due giornalisti sono accusati di aver pubblicato numerose pagine senza che la natura a pagamento delle stesse venisse evidenziata in maniera adeguata, in violazione di quanto previsto dalle norme deontologiche della professione. Tale pubblicazione sarebbe proseguita per molti anni sulla base di convenzioni siglate con enti pubblici e soggetti privati. A Sartorio è stato contestato di aver disposto la pubblicazione di tali pagine o comunque di non aver vigilato affinché la pubblicazione - sull'edizione italiana per l'estero de Il Messaggero di Sant'Antonio - avvenisse in conformità con gli obblighi deontologici al fine di assicurare la trasparenza dell'informazione, nonché di aver ricoperto, contemporaneamente al ruolo di direttore responsabile, l'incarico di direttore generale dell'azienda, ritenuto incompatibile proprio alla luce della commistione emersa tra contenuti giornalistici e informazione a pagamento. Infine Sartorio è stato sanzionato per aver utilizzato senza autorizzazione gli pseudonimi di un giornalista assente dal lavoro per malattia e la sua voce registrata per alcune trasmissioni del periodico radiofonico "Incontri", facendo in tal modo credere al lettore-radioascoltatore che il giornalista fosse l'autore di alcuni servizi o fosse presente alla trasmissione quando in realtà non c'era. A Segafreddo è stato contestato, oltre di aver disposto la pubblicazione delle suddette pagine in qualità di direttore dell'edizione italiana per l'estero, di aver anche materialmente tenuto i contatti con enti pubblici e privati al fine di concludere accordi/convenzioni che, in cambio del versamento annuo di somme di denaro (o dell'acquisto di abbonamenti al periodico), prevedevano l'impegno da parte del Il Messaggero di Sant'Antonio, edizione italiana per l'estero, a pubblicare articoli e intere pagine "redazionali", i cui testi spesso erano redatti direttamente dagli enti pubblici e così messi in pagina senza alcuna mediazione giornalistica e senza alcuna indicazione del committente. E' stato contestato anche di aver utilizzato senza autorizzazione gli pseudonimi di un giornalista assente dal lavoro per malattia, facendo in tal modo credere al lettore che fosse l'autore di alcuni servizi che invece erano stati realizzati da altri.

LA REPLICA DI SARTORIO. Padre Ugo Sartorio, in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa del periodico, tiene a precisare che si tratta di un primo grado di giudizio e che rimarrà direttore generale del 'Messaggero di Sant'Antonio' come "i superiori (editori del mensile) gli hanno riconfermato la fiducia e il loro sostegno. Quanto alla direzione responsabile, padre Ugo Sartorio presenterà ricorso al Consiglio nazionale dell'Ordine unitamente a un'istanza di sospensiva e poi resterà in attesa della sentenza definitiva". Sartorio inoltre "si limita a precisare, a tutela dell'onorabilità sua e dei frati, dell'Opera da lui diretta e degli oltre cento dipendenti che vi lavorano, che la vicenda, peraltro riferita al passato, non è legata al 'Messaggero di sant'Antonio' edizione nazionale, bensì a una rivista minore che viene diffusa solo all'estero. Tale periodico è operativamente gestito da un direttore di testata, che non è padre Ugo Sartorio, il quale però, in qualità di direttore responsabile, è chiamato comunque a risponderne".

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