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Cronaca Salboro

Muore sola in casa dopo giorni di agonia, tre medici indagati per il decesso di Michela

L'impiegata è morta il 4 aprile dopo due giorni di dolori lancinanti e una diagnosi di gastrite confermata da tre professionisti. Si attende l'autopsia per sapere la causa della morte

Michela Ravazzolo, per gli amici Milla, è morta il 4 aprile nel suo appartamento dopo due giorni di dolori insopportabili e visite mediche sommarie. Come riportano i quotidiani locali, tre dei medici che l'hanno seguita negli ultimi giorni di vita sono stati iscritti nel registro degli indagati.

Le indagini

All'impiegata 48enne di Salboro era stata diagnosticata una semplice gastrite sia dalla guardia medica intervenuta a casa la notte di Pasqua, sia dal medico del pronto soccorso che l'ha visitata il giorno successivo. Il terzo indagato è il medico di base della donna, che ha incontrato la paziente dopo le dimissioni dall'ospedale confermando la diagnosi. Il publico ministero Emma Ferrero ha aperto un'inchiesta a carico dei tre per omicidio colposo in attesa dell'autopsia. Decisivo l'esposto presentato in procura dalla madre della vittima, che ora pretende di avere giustizia.

La vicenda

É la notte tra Pasqua e Pasquetta quando Michela comincia a sentirsi male. Dolori acuti e sempre più forti allo stomaco, nausea e conati di vomito. Inizialmente la donna pensa a un'indigestione ma con il passare delle ore e con i dolori che non accennano a diminuire inizia a preoccuparsi e chiama la guardia medica. Dopo la visita domiciliare il medico di turno le diagnostica una gastrite acuta e le prescrive dei farmaci antinfiammatori, che però non hanno alcun risultato. La mattina seguente, siamo al 2 aprile, l'impiegata ancora in preda a crampi e conati sale in macchina e va al pronto soccorso di Padova, dove il medico che la prende in carico la tiene sotto osservazione qualche ora e conferma la diagnosi di gastrite. La sera la donna è stata dimessa, con il suggerimento di prendere alcuni farmaci e rivolgersi al medico di base.

La morte

Nel corso della notte il dolore persiste e la 48enne è ormai stremata e spossata. Il vomito non si placa e la donna non riesce a mangiare e bere ormai da ore. Martedì Michela viene visitata dal medico di base, che per l'ennesima volta conferma si tratti di gastrite. Il triste epilogo la mattina dopo, mercoledì 4 aprile: l'impiegata muore nel suo appartamento dopo tre giorni di agonia e dolori lancinanti. La donna, dipendente della Steiel Elettronica, viveva da sola e il suo corpo ormai esanime è stato rinvenuto solo ore più tardi.

Autopsia e responsabilità

Dopo l'avvio delle indagini in seguito alle richieste depositate dalla madre per far luce su eventuali responsabilità da parte dei medici, si attende l'autopsia. L'esame sarà diretto da Paolo Fais, medico legale dell'università di Bologna. La probabile causa del malessere e della morte potrebbe essere un infarto. Non è raro infatti che nelle donne di mezza età la sintomatologia comprenda vomito, nausea, spossatezza e dolore diffuso allo stomaco. Il sospetto è che in questo caso i sintomi siano stati scambiati per quelli di una gastrite senza che nessun medico si preoccupasse di approfondire la situazione con esami specifici. Le prime risposte potrebbero arrivare dopo l'esame autoptico in programma giovedì.

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