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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Minacce, omertà e rock and roll: lo strano caso delle cover band che cancellano le date per paura

Gravi le accuse mosse dagli organizzatori di Orange a Montegrotto a quelli dei Navigli che negano. Le band però cancellano le date. Le abbiamo contattate e seppure intimorite non smentiscono ci siano state minacce

Ti domando se hai ricevuto pressione per non suonare in un certo posto da una associazione che organizza eventi da un’altra parte, sei in grado di rispondere? «No», risponde, con un po’ di esitazione, Marco Vanzan, musicista della cover band Linkin Park. Così domandiamo se è un “no” che sottintende che non le ha ricevute o se non sa rispondere. Dopo un’altra esitazione ci dice: «Non so rispondere».

513 bis

Se non fosse che può comportare conseguenze penali, la vicenda apparrebbe assai comica, ma intimorire per crearsi un vantaggio, forse qualcuno non lo sa, è un reato: «Chiunque nell'esercizio di un'attività commerciale, industriale o comunque produttiva, compie atti di concorrenza con violenza o minaccia è punito con la reclusione da due a sei anni», dice la legge» (Dispositivo dell'art. 513 bis Codice Penale).

Orange

I fatti, se così si può dire. Alcune cover band avvertono l’organizzazione di Orange, l’estivo di Montegrotto Terme, che pur avendo già preso accordi, sono costretti a disdire. Perché? Gli organizzatori di un’altra manifestazione in competizione con la loro, i Navigli, allo stesso tempo gestori di locali di Padova, li hanno intimato di non suonare lì. Eppure, ad esempio, proprio i Linkin Park, cover band del più celebre gruppo californiano, avevano contattato direttamente gli organizzatori di Orange per potersi esibire a Montegrotto. Poi il passo indietro, spiegato al promoter di Orange, Chicco Contin. E qui viene il bello, perché, è notizia nota, il “Re degli spritz” è da due anni coinvolto in un contenzioso, anche legale, con quelli che ora sono i titolari dei Navigli, dopo che lo stesso è stato da loro estromesso. Se a ragione o a torto lo deciderà il tribunale.

Cose nostre

Questo però, che si apre, è un nuovo capitolo fatto di dispetti e ripicche, anche se probabilmente questa volta si è un po’ esagerato. C’è una legge chiara che regolamenta queste cose e i rischi sono diversi. Marco Vanzan dei Linkin Park non era tanto disposto a spiegarci cosa è accaduto quando lo abbiamo cercato, facendo anche intendere che le parole che aveva sentito da alcuni organizzatori dei Navigli avevano colto nel segno, da quanto era preoccupato a rispondere a semplicissime domande. Se fossimo in zone mediterranee si parlerebbe di tono omertoso, ma visto quanto sono sensibili proprio quelli dei Navigli, alle parole, consci che hanno pure la querela facile (che, però, farle è semplice, ma bisogna anche vincerle), parliamo quindi semplicemente di tono timoroso. Cerca di svicolare alle domande, Vanzan, che probabilmente ha sottovalutato pure lui la portata della cosa: «E’ una faccenda privata», ci dice subito mettendosi sulla difensiva. Ed è un peccato, visto che per divertirsi e per passione veste i panni di uno che è talmente andato sempre contro regole e sistema da decidere perfino la sua fine. 

Locali

Ricordando che non si sta parlando né dei Rolling Stones e neppure dei Beatles, quelli veri si intende, fa ugualmente impressione quanto si sottovalutino certi atteggiamenti che richiamano a dinamiche, quelle sì, molto chiare. Abbiamo quindi contattato quelli dei Navigli, per sentire cosa avevano da dire loro: il primo che chiamiamo è Gianni Boscaro. Ci risponde con il tono di uno che si sta un po' annoiando ma appena sentito cosa volevamo di tempo ci dice di non averne subito più. Per spiegarcelo ci ha messo di più che rispondere "si" o "no" a una semplice domanda, che gli è stata ovviamente posta: avete intimato a delle cover band che avevano fissate in altre manifestazioni, nello specifico Orange, che se avessero suonato lì poi non avrebbero neppure suonato né ai Navigli e neppure in altri dei vostri locali (Amsterdam e Berlino, di proprietà di Marco Carrai e Nicola Zoppelletto e Bar Suite di Limena di proprietà di Matteo Magrini) ? Non un "si" e non un "no", ma dopo aver risposto come uno che era in un momento di relax, tutto a un tratto aveva il bar pieno di clienti. A spiegarcelo ci ha messo quasi due minuti. Nicola Zoppelletto invece ci risponde e nega assolutamente che sia mai avvenuta una cosa del genere. 

Carrai

Abbiamo cercato anche Marco Carrai, che seppure non è tra quelli che avrebbero comunicato in maniera gagliarda ai gruppi di non suonare, è sempre il socio di Zoppelletto. Lui sì chiamato direttamente in causa. E poi si parla anche del suo locale. Carrai a suo tempo si rivelò essere alquanto sensibile a ciò che venne scritto, sempre da noi, a proposito del passaggio di mano della manifestazione Navigli. E’ curioso però constatare che Carrai ha scelto di non rispondere a PadovaOggi proprio nella giornata in cui ha indetto una conferenza stampa per lanciare una petizione contro i fuochi d’artificio in Prato della Valle a Ferragosto. 

Contin

Infine contattiamo Contin: «Sono stati proprio Nicola Zoppelletto e Matteo Magrini a far sapere alle band, nello specifico “Faccia da Max – Tributo agli 883” e “Linkin Park”, che non dovevano suonare da noi. E sembrerebbe che lo stesso “invito” sarebbe arrivato anche a band che stavano per sottoscrivere l’accordo. Gli hanno detto che gli sarebbe stato impedito poi di esibirsi nei loro locali e ai Navigli se avessero suonato a Orange». Sono accuse serie che muove verso alcuni soci dei Navigli, facciamo notare: «Lunedì presentiamo la denuncia ai carabinieri», dichiara deciso. 

Metodi

Andrea Cecconi, del progetto musicale Faccia da Max – Tributo agli 883”, contattato al telefono è stato molto più disponibile del collega Marco Vanzan e lo dice esplicitamente, condanna certi metodi. Conferma che ci sono state pressioni. Cecconi si è detto molto amareggiato della situazione che si è andata a creare e per questo lui e la band hanno deciso di rinunciare a entrambe le date, sia quella a Montegrotto che quella a Padova: «Noi suoniamo per divertirci, non certo per essere messi in mezzo a dinamiche che non solo non ci appartengono, ma che non devono aver niente a che fare con quello che proponiamo noi: musica per stare insieme. Noi Contin lo conosciamo da quando ha fatto partire i Navigli e non avremmo avuto nessun problema a suonare a Orange come neppure ai Navigli». Cecconi ha parlato anche con Magrini dei Navigli e questi da una parte ha fatto intendere che a lui in fondo della cosa importava fino a un certo punto, ma dall’altra è stato deciso: «Noi non è che campiamo di musica, suoniamo perché è la nostra passione. Figuriamoci cosa ci interessa di entrare in dinamiche di questo tipo, di sentirci parlare con tono intimidatorio perché facciamo divertire la gente in cambio di una pizza e un paio di birre?». 

Sindaco

Il sindaco è stato informato di quanto accaduto: «Questa cosa mi lascia sbalordito, spero - spiega il primo cittadino di Montegrotto Terme, Riccardo Mortandello - siano fatti tutti gli accertamenti per verificare eventuali profili di responsabilità. Qualora emergessero delle ipotesi di reato non esiteremo un secondo a tutelare chi opera nel territorio e la città stessa, di questo danno».  

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