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Cronaca

L'ultimo saluto in Duomo a Padova a monsignor Benvegnù-Pasini

Il vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, ha celebrato, martedì in Cattedrale, i funerali del presbitero, per anni alla direzione di Caritas Italiana e poi della Fondazione Zancan, deceduto lo scorso 21 marzo

Si sono svolti martedì, in Cattedrale a Padova, i funerali di monsignor Giuseppe Benvegnù-Pasini, presbitero padovano, per 24 anni in servizio a Caritas italiana, prima come segretario generale e poi dal 1986 al 1996 come direttore. Nonché presidente, fino all'ultimo, della Fondazione Emanuela Zancan.

LA MORTE. Monsignor Pasini, deceduto lo scorso 21 marzo, seguì in vita le orme di monsignor Giovanni Nervo, morto lo stesso giorno, due anni prima. Una coincidenza sorprendente, che anche il vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo, ha sottolineato nella sua omelia: "Fa impressione il fatto che il passaggio alla vita eterna di don Pasini sia avvenuto esattamente lo stesso giorno in cui due anni prima monsignor Giovanni Nervo era ritornato alla casa del Padre - ha detto - 21 marzo: inizio della primavera su questa terra e inizio di una primavera eterna nel Regno dei cieli".

LA SUA VITA. Ricordando i tratti più significativi del percorso umano e ministeriale di monsignor Benvegnù-Pasini, il vescovo Mattiazzo ha commentato: "Il suo sguardo e la sua azione caritativa, anche come membro del Pontificio Consiglio Cor Unum, spaziavano oltre le frontiere dell’Italia, perché la carità non ha confini. Ricordo che mi rivolsi a lui per un aiuto quando ero Nunzio Apostolico in Costa d’Avorio e trovai pronta e generosa risposta. In virtù dei ministeri che ha svolto, don Pasini è stato sollecitato ad approfondire i problemi sociali e soprattutto il tema centrale della carità, come pulsante della vita della Chiesa e testimonianza viva di Dio stesso. Il suo pensiero è stato raccolto nel volume dal titolo 'La grammatica della carità', che è la grammatica senza la quale non è possibile parlare e agire da cristiani".

LA TELEFONATA DI PAPA FRANCESCO. Il vescovo ha ricordato inoltre la serenità con cui monsignor Benvegnù-Pasini ha vissuto la prova della malattia, dedicando molto tempo alla preghiera e alle letture spirituali e offrendo la propria sofferenza "in unione a quella di Cristo, per il bene della Chiesa e, in particolare, per il Santo Padre". A questo proposito, monsignor Mattiazzo ha rammentato la recente telefonata di papa Francesco a don Giuseppe: "Per lui quel gesto fu di immenso conforto, ma anche – come disse – 'liberante', nel senso che gli indicò l’intenzione, il senso della sua sofferenza: offrirla per il ministero e la missione del Papa, a favore del bene della Chiesa".

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