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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Morte in carcere: si poteva evitare? La protesta dopo il decesso del detenuto

Si chiamava Muhamed Elhabchi e aveva 26 anni. Marocchino, aveva scontato quasi 4 anni e gli mancavano meno di tre mesi per finire la condanna. I suoi compagni di detenzione hanno protestato per ore e si lamentano della lentezza dei soccorsi

Si chiamava Muhamed Elhabchi e aveva 26 anni. Marocchino, aveva scontato quasi 4 anni e gli mancavano meno di tre mesi per finire la condanna. Il giovane è deceduto dopo aver ingerito un cocktail di farmaci. 

Malore

Il ventiseienne ha cominciato a sentirsi male verso le 17.00 del 15 giugno, sono state le urla degli altri detenuti a far scatare l'allarme. Sembra che i soccorsi, il medico, sia arrivato dopo 40 minuti. Dopo averlo viistato ha chiesto l'intervento di una barella che però non è mai arrivata. Così è stato aiutato a scendere dal quarto piano, testimoni raccontatno  che la dottoressa fosse in evidente difficoltà.

Decesso

Dopo circa un'ora è arrivata la Croce Rossa, ma il venntiseienne era in evidente stato di difficoltà. Si è così provato a fare la rianimazione cardiaca quando erano circa le 19 e 40. Un aspetto che va assolutamente chiarito riguarda il momento del decesso del giovane marocchino che  pare sia spirato in carcere, anche se ufficialmente è  stato detto che fosse vivo e che per questo condotto in ospedale.

Protesta

Dopo 2 ore circa è stato comunicato ai detenuti che il ragazzo non ce l’aveva fatta e che fosse deceduto. Questo ha alimentato ancora di più la protesta dei detenuti del 4 piano A. Ci sono stati anche momenti molto difficili, visto che più di qualcuno è stato male e altri si sono procurati delle ferite e dei tagli. Muhamed Elhabchi non aveva nessuna malattia, non fumava, anche se seguiva una terapia per dormire.

Soccorsi

L’unica ipotesi fino ad ora emersa è che a provocarne la morte, lo dicono i suoi compagni di detenzione, potrebbe essere stata l’assunzione d’un miscuglio di farmaci, diversi probabilmente da quelli prescritti da un medico. I detenuti di quella sezione sostengono che se fossero arrivati i soccorsi giusti e in tempi giusti Muhamed sarebbe ancora vivo e fra 2 mesi avrebbe potuto riprendersi la sua vita in libertà a soli 26 anni e con una lunga vita davanti.

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