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Cronaca

I Nas negli uffici della Regione, acquisita documentazione su trattamento anti-Pfas

Mantoan: "Grazie alla plasmaferesi abbiamo ridotto la presenza nel sangue del 35%". E' guerra contro l'Istituto Superiore della Sanità e il Ministero della Salute. Stop al trattamento in Veneto

I Carabinieri dei Nas venerdì mattina sono entrati negli uffici della Direzione e prevenzione della Regione Veneto, a Venezia, per acquisire la documentazione sui contaminanti Pfas. Gli accertamenti sono avvenuti proprio mentre il direttore generale della sanità regionale, Domenico Mantoan, stava illustrando a Padova i risultati dell'utilizzo della procedura di plasmaferesi sulle persone contaminate in Veneto. I dati della Regione Veneto (relativi a quattro stadi su sei) confermano una diminuzione media dei Pfas nelle persone che si sono sottoposte al trattamento pari al 35%. E' scontro tra Regione Veneto e Istituto superiore di Sanità / Ministero della Salute dopo le recenti dichiarazioni espresse dal presidente Walter Ricciardi e dalla ministra Beatrice Lorenzin. "Siamo difronte ad un fatto nuovo per tutti", ha detto Mantoan, "Noi ci siamo posti un problema di sanità pubblica che avrebbe dovuto porsi anche il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità. Coinvolgendo i migliori clinici della Regione Veneto, abbiamo pensato alla plasmaferesi e allo scambio plasmatico. Scelta che nasce sulla base della letteratura scientifica: la rimozione di plasma è una metodica utile a togliere Pfas dal sangue". Nel frattempo la Regione Veneto ha deciso di sospendere la procedura di plasmaferesi sulle persone contaminate da Pfas.

LE CRITICHE.

"Io rispetto tutte le valutazione scientifiche, comprese quelle di Ricciardi", aggiunge Mantoan, "Ma mi chiedo, perché non ce lo hai detto prima? Vogliamo vedere la tua letteratura, visto che i nostri dati dicono una cosa diversa. In base a cosa ti sei basato, Riccardi? Ora che la plasmaferesi non si deve utilizzare, cosa facciamo? Non è vero che è inefficente perchè lo abbiamo dimostrato. Oggi abbiamo presentato i dati. Non è vero che la plasmaferesi fa male, perchè allora fa male anche per i donatori di sangue. E' forse una procedura inopportuna? Allora siamo sul piano costo/beneficio. Vogliamo capire cosa sta dietro alle affermazioni di Ricciardi. Il mondo scientifico non si confronta sulla stampa, ma a livello tecnico. Riccardi, venga qui e parli con i nostri specialisti: questo è un metodo di relazione rispettoso e istituzionalmente corretto. Noi abbiamo cercato ripetutamente la collaborazione con l'Istituto superiore di Sanità. Se Ricciardi pensa di esprimersi tramite Ansa, ritengo che faccia male il suo mestiere. Così stiamo solo facendo un cattivo servizio ai cittadini che non capiscono più nulla. Pensiamo a questo quando ci lamentiamo del populismo e della cattiva informazione. Che immagine stiamo dando? Pessima: la Regione fa una cosa e il Ministro dice un'altra. Se ha ragione Riccardi, la questione deve essere portata in un contesto scientifico. Siamo nella città di Galileo, il padre fondatore della scienza. Siamo passati da Aristotele, alla prova. E qui noi abbiamo portato dati, non chiacchere. Abbiamo dimostrato di aver avuto un comportamento scientificamente corretto. Poi rispettiamo le idee e i contributi di tutti. Noi vogliamo solo una cosa: che i giovani della Regione Veneto si liberino il prima possibile dei Pfas"

LO STUDIO.

La plasmaferesi e lo scambio plasmatico, le due tecniche utilizzate dai sanitari del Veneto per abbattere la presenza di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas e Pfoa) nella popolazione interessata al grave inquinamento di queste sostanze verificatosi in alcuni Comuni delle province di Vicenza, Verona e Padova, funzionano e, sinora, con un centinaio di casi trattati, senza il verificarsi di effetti collaterali, hanno determinato una discesa media di presenza di inquinanti nel sangue pari al 35% con la Plasmaferesi, e del 68% con lo scambio plasmatico. Questo confortante dato di sintesi emerge dal Report dal titolo “Primi risultati aggiornati al 14/12/2017 relativi all’applicazione del secondo livello del protocollo di screening  della popolazione esposta a sostanze perfluoroalchiliche a seguito dell’utilizzo della plasmaferesi per i soggetti con alte concentrazioni di Pfas". Per quanto riguarda la plasmaferesi, erogata dalla Medicina Trasfusionale di Vicenza, sono stati valutati, con colloquio e visita preliminare, 111 soggetti dei quali 70 hanno già intrapreso il trattamento (che si compone di 6 sedute). 30 hanno già concluso l’intero ciclo. Per quanto concerne lo scambio plasmatico, effettuato dal Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera di Padova, sono finora stati valutati 49 soggetti, dei quali 16 hanno già concluso il trattamento, 3 sono in corso, 16 sono in lista e 8 sono in attesa per accertamenti sanitari

IL TRATTAMENTO.

A illustrare lo studio, effettuato su rigorose basi scientifiche e corredato da ampia bibliografia internazionale, sono stati il direttore Generale della Sanità regionale Domenico Mantoan, la responsabile della Direzione regionale Prevenzione Francesca Russo, la Dottoressa Alberta Alghisi, Direttore di Medicina Trasfusionale dell’Ulss 8 di Vicenza, e la dottoressa Giustina De Silvestro, Direttore del Dipartimento Interaziendale di Medicina Trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera di Padova. La plasmaferesi è una procedura che consiste nella rimozione di piccole quantità di plasma (dove l’inquinante si annida, segnatamente nell’albumina ndr) senza necessità di sostituzione per il basso volume sottratto e viene utilizzata nei casi “meno gravi” con concentrazioni fino a 200 ng/ml. Al di sopra, si utilizza lo scambio plasmatico (sigla tecnica Pex) che consiste invece nella rimozione di elevati volumi di plasma con sostituzione di un volume equivalente a quello prelevato infondendo una soluzione fisiologica albuminata al 4%. Entrambe le terapie fanno parte di una pratica denominata complessivamente Aferesi, il cui massimo livello scientifico è determinato dalle specifiche linee guida della Società Americana di Aferesi. I tecnici e i clinici presenti hanno commentato con un certo stupore le dure critiche arrivate alla plasmaferesi dal Ministero della Salute e dal Ministro Lorenzin, facendo presente che la stessa procedura viene utilizzata per circa 50.000 donatori di sangue l’anno in tutta Italia, sulla base del decreto dello stesso Ministro del 2 novembre 2015 e che vengono effettuate in Italia 27.000 Aferesi Terapeutiche (plasmaferesi o scambio plasmatico), delle quali circa 4.000 in Veneto.

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