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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Natale e tradizione, il vescovo dopo la polemica: "Sono stato frainteso"

Il capo della diocesi di Padova, monsignor Cipolla, precisa dopo il dibattito seguito alle dichiarazioni di lunedì: "Non ho mai detto 'rinunciamo al presepe' e non ho fatto riferimento a luoghi specifici"

"Non ho mai detto 'rinunciamo al presepe' e non ho fatto riferimento ad alcun luogo specifico". Riferendosi all’intervista di Reteveneta sulle tradizioni natalizie di lunedì, successivamente ripresa dalla stampa locale e nazionale, il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, intende chiarire ed approfondire il suo pensiero, "evitando semplificazioni".

"NON HO MAI DETTO 'RINUNCIAMO AL PRESEPE'". "Papa Francesco ci sollecita di continuo nell’obiettivo di costruire un mondo di pace, senza conflitti, in cui la relazione tra fratelli sia prioritaria e l’indifferenza non trovi casa - spiega il vescovo - per noi cristiani è un richiamo forte, costante, specie in questo tempo di Avvento che ci accompagna al Natale. Ed è per questo che non possiamo utilizzare le religioni per alimentare conflitti o inutili tensioni. Non sono contro la presenza della religione nello spazio pubblico - dichiara - né tantomeno contro le tradizioni religiose, ma né le religioni né le tradizioni religiose possono essere strumenti di separazioni, conflittualità, divisioni".

"DIALOGO, IL NATALE È UN'OCCASIONE". "Fare un passo indietro - monsignor Claudio Cipolla ci tiene a chiarire - non significa creare il vuoto o assecondare intransigenze laiciste, ma trovare nelle tradizioni, che ci appartengono e alimentano la nostra fede, germi di dialogo. Le fedi religiose, in particolare la fede cristiana, costruiscono, infatti, relazioni, rispetto, dialogo e aprono ponti. Tutto ciò significa rifiutare ogni forma di strumentalizzazione polemica, perché le fedi sono sempre occasioni di incontro e di reciprocità, senza rinunciare alla propria storia, ma riscoprendone il valore più autentico. Il Natale, in questo senso, è un esempio straordinario - conclude - un’occasione di incontro con i musulmani, che riconoscono in Gesù un profeta e venerano Maria, ma anche con persone di altre fedi e non credenti, proprio perché il cristianesimo ha un messaggio universale e abbraccia l’umanità intera".

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