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Cronaca

Non Una di Meno sfila con la "sacra vulva", Digos indaga per violazione della tutela del sentimento religioso

Per aver esposto la gigantografia dei genitali femminili e per aver "recitato la preghiera della vulva", le attiviste di Non Una di Meno potrebbero rischiare una denuncia

Per aver esposto la gigantografia dei genitali femminili definita la «Sacra Vulva» e per aver inoltre "recitato la preghiera della vulva", le attiviste di Non Una di Meno potrebbero rischiare una denuncia. L'accusa? Violazione della tutela del sentimento religioso. E' accaduto ieri prima della manifestazione a tutela delle famiglie omogenitoriali. 

Digos

Gli agenti della digos sono infatti impegnati a visionare tutto il materiale audio e video ripreso durante la manifestazione. Gli elementi che dovrebbero emergere saranno quindi rimessi poi alle valutazioni della procura di Padova. La notizia ha subito creato molto clamore, ed è facile comprendere perché. Va detto, non c'è nessuna indagine in corso. Ma questo in ogni caso lo deciderà un giudice. Dalla Digos minimizzano assicurando che è una prassi per ogni manifestazione, controllare che non si siano compiuti dei reati, nella fattispecie c'è appunto la tutela della sensibilità religiosa che potrebbe essersi verificata. 

Sacro e profano

Non è la prima volta che gli attivisti dei movimenti si appellano ai santi. Basti pensare a San Precario, ad esempio, che è stato il simbolo per tanti di quella precarietà che è diventata la regola. Non solo dal punto di vista lavorativo. La "Sacra Vulva" è una sintesi forte di quelle che sono le battaglie di NuM ed è stata esposta e fatta sfilare in diverse città italiane prima di Padova, tra queste anche Roma, in una delle prime manifestazioni post pandemia e successivamente a Milano. 

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