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Cronaca

I Notturni d'Arte all'insegna dei maggiori protagonisti della storia dell'affresco padovano del Trecento

Martedì 7 agosto: I Notturni d’Arte alla scoperta della pittura del Trecento nella Basilica di Sant’Antonio, uno degli otto siti della Padova Urbs picta candidata UNESCO

I Notturni d’Arte martedì 7 agosto alle ore 20.45 propongono una visita guidata alla Basilica di Sant’Antonio, dove sono attestati i maggiori protagonisti della storia dell'affresco padovano del Trecento: Giotto, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio e Jacopo Avanzi. Un interprete LIS Lingua dei Segni Italiana sarà a disposizione del pubblico sordo.

La rassegna

La rassegna prodotta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e dalla Cassa di Risparmio del Veneto– Gruppo Intesa-Sanpaolo, quest’anno ha come tema Padova Urbs picta, candidata alla Lista del Patrimonio dell'Umanità con l’eccezionale gruppo di affreschi del '300, ancor oggi visibili in otto edifici: Cappella degli Scrovegni, Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, Palazzo della Ragione, Battistero della Cattedrale, Cappella della Reggia Carrarese, Basilica del Santo, Oratorio di San Giorgio, Oratorio di San Michele.

Giotto

Una recentissima attribuzione ha svelato il probabile primo intervento di Giotto, realizzato nel luogo della prima sepoltura di Sant'Antonio, la Cappella della Madonna Mora: si tratta della decorazione dipinta dietro al gruppo scultoreo della Vergine col Bambino. Proseguendo negli spazi del Convento, nell’antica Sala del Capitolo si conserva un ciclo di affreschi con le Storie di San Francesco che, per quanto lacunoso, si impone tra le opere più significative prodotte a Padova nel primo Trecento. L’andito che collega il chiostro della Magnolia a quello del Noviziato presenta inoltre altri due brani di affreschi ascrivibili alla mano di Giotto e della sua bottega con rappresentati il Lignum Vitae Christi e il Lignum Vitae Sancti Francisci. All'interno della Basilica del Santo, la Cappella delle Benedizioni, la prima a destra del coro, conserva altre preziose tracce di un ciclo pittorico trecentesco attribuito a Giotto, dipinto a ridosso della Cappella Scrovegni. 

La Cappella di San Giacomo

Altri protagonisti della grande stagione pittorica del Trecento padovano sono attestati nella Cappella di San Giacomo, che si apre sulla navata destra, e che conserva uno straordinario ciclo realizzato da Altichiero da Zevio e Jacopo Avanzi. La novità giottesca viene riletta da Altichiero da Zevio approfondendone l’aspetto illusionistico nella resa dello spazio, concependo però ambienti complessi e verosimili dove architetture dipinte e reali interagiscono. Significativa in tale senso è la grandiosa Crocifissione divisa da colonne reali che aprono tre arcate sullo spazio dipinto, a sinistra è rappresentata Gerusalemme, al centro il Crocifisso e sulla destra un secondo castello. È la prima volta che viene impiegata una soluzione di illusionismo tanto ardita da sfondare con la pittura lo spazio reale dell'architettura. L’aspetto narrativo viene approfondito maggiormente da Jacopo Avanzi, che popola le proprie scene di personaggi ben delineati e caratterizzati nei volti e nei gesti, segno di quella continuità nell’indagine sull’uomo che aveva preso avvio da Giotto. Sempre all'interno della Basilica, sulla navata sinistra, con accesso dalla Cappella della Madonna Mora, si apre la Cappella del Beato Luca Belludi (o Cappella dei santi Filippo e Giacomo o Conti) commissionata nel 1382 dalla famiglia Conti a uno dei massimi pittori presenti allora sulla scena padovana, Giusto de’ Menabuoi, che già aveva affrescato pochi anni prima il Battistero della Cattedrale. Anche nella Cappella del Beato Luca Belludi gli episodi evangelici e della vita dei santi vengono attualizzati.

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