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Cronaca Camin / Via Sabbioni

Quelle ossa trovate a Marghera potrebbero essere di Isabella Noventa

Sono in corso accertamenti per capire se ci possa essere un collegamento tra i resti rinvenuti il 30 gennaio scorso in via della Chimica e la segretaria di Albignasego uccisa sette anni fa e di cui non si è più trovato il corpo

Il corpo di Isabella Noventa, la segretaria di Albignasego uccisa tra il 15 e il 16 gennaio di sette anni fa in via Sabbioni a Noventa Padovana non si è mai più ritrovato. Nonostante gli appelli dei familiari della vittima, nessuno ha mai dato un cenno sul tragico epilogo di questa triste storia che ha avuto risonanza mediatica su scala nazionale. 

Le novità

Il 30 gennaio in via della Chimica a Marghera (Venezia) un squadra di operai che doveva ripulire delle ramaglie hanno rinvenuto resti di un corpo. Nello specifico sono stati recuperati il cranio, un femore, il bacino e alcune ossa della cassa toracica. Dopo la scoperta la Procura di Venezia sta lavorando su due linee investigative. Si cerca di analizzare i resti di un orologio trovato sul luogo del rinvenimento, ma anche recuperare il dna su quelle ossa recuperate. Per l'estrazione del dna dal materiale biologico, l'incarico è stato affidato a professionisti dell'università di Padova. Obiettivo di fondo è quello di compararlo con quello di alcune persone scomparse negli ultimi anni. Tra queste, di fatto c'è anche Isabella Noventa. L'area del rinvenimento delle ossa dista circa 30 chilometri dall'ex villa di Freddy Sorgato di via Sabbioni a Noventa Padovana dove di fatto Isabella ha perso la vita. Per ovvi motivi, non è possibile avere certezze, anche alla luce del fatto che tante volte si è ipotizzato di essere arrivati alla svolta, poi i sogni si sono infranti. Anche i familiari di Isabella, a cominciare dal fratello Paolo Noventa preferiscono rimanere cauti in attesa di analisi più approfondite.

19 febbraio

Nel frattempo ad ampi passi si sta avvicinando la data del 19 febbraio, giorno nel quale sette anni fa il sommozzatore della Polizia di Stato, Rosario Sanarico, durante le prime ricerche del corpo della segretaria nelle gelide acque del Brenta a Noventa Padovana è rimasto vittima di un infortunio sul lavoro e la successiva corsa in ospedale a Padova non è bastata a strapparlo alla morte. Si tratta di una data, quella del 19 febbraio, che la comunità di Noventa e non solo ricorda con commozione e tanta rabbia. Proprio dove si consumò la tragedia è stato creato un cippo commemorativo per rendere il sacrificio del sommozzatore indelebile nel tempo.

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