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Cronaca Montagnana

Offese a Kyenge, Draghi si scusa Ma iter per espulsione va avanti

La captatio benevolentiae inviata dal consigliere provinciale leghista e assessore di Montagnana al ministro, oggetto di un post a sfondo razzista apparso sulla sua pagina Facebook, sembra non sortire l'effetto sperato

"Rammarico" per quella che il consigliere provinciale e assessore del Comune di Montagnana, Andrea Draghi, definisce "una leggerezza". Come riportano i quotidiani locali, questi i termini della lettera di scuse inviata dall'esponente padovano leghista al ministro Cécile Kyenge, al sindaco Loredana Borghesan, alla Provincia e ai montagnanesi dopo essere finito nel registro degli indagati per diffamazione aggravata per l'immagine a sfondo razzista indirizzata al titolare della delega all'Integrazione pubblicata sulla sua pagina Facebook. Ma la Lega non lo assolve, almeno per ora. La procedura di espulsione caldeggiata dal segretario padovano roberto Marcato infatti sarebbe già stata avviata e sarebbe destinata a completare il suo iter,

LE SCUSE. ''Chi mi conosce sa che ho sempre lottato contro qualsiasi forma di violenza, fisica e verbale, contro ogni pregiudizio, in particolare quello odioso legato all'idea di 'razza' - ha scritto Draghi- Mi sento quindi particolarmente rattristato e umiliato di trovarmi nella condizione di dover chiedere scusa, ma lo faccio senza remore, per un 'post' offensivo della dignità del ministro Kyenge apparso sul mio profilo Facebook, ma che non corrisponde in alcun modo al mio pensiero, né politico né ideologico. Mai in passato ho espresso opinioni di disprezzo razziale né in pubblico né in privato e lo dimostra anche questo episodio del tutto casuale e fortuito - prosegue - Inavvertitamente ho scaricato sul mio palmare, tra le tante altre cose, anche il 'post' incriminato ma senza alcun intento denigratorio, tanto è vero che non vi è commento alcuno da parte mia, proprio perché non avevo nulla da commentare o da condividere''. ''Non cerco scuse a quella che in ogni caso è stata una leggerezza da parte mia - conclude - per quel che ho potuto, ho cercato di rimediare rimuovendo il 'post' appena me ne sono accorto, ma purtroppo non è stato sufficiente. Se chi sbaglia paga, posso dire che lo sto già facendo, e lo si può comprendere anche solo guardando gli insulti che sto ricevendo in Facebook. Non voglio aggiungere altro, se non ribadire in primo luogo al ministro, e quindi anche a tutti gli italiani, il mio più profondo rammarico per l'accaduto che ripeto, del tutto casuale e non frutto di volontà di ledere alcuno''.

LE REAZIONI DELLA LEGA. Ma basterà una lettera di scuse a "graziarlo" dall'espulsione dalla Lega? Pare di no. I vertici del Carroccio padovano infatti non annunciano alcun retro-front. Stessa sorte era toccata alla consigliera di quartiere Dolores Valandro, rea di aver pubblicato, sempre su Facebook, un post di incitamento allo stupro del ministro Kyenge e poi condannata dal tribunale di padova a 13 mesi. "È apprezzabile - dice il segretario padovano della Lega Nord Roberto Marcato - che abbia chiesto scusa, ma non basta. Anche perché questo errore commesso da Draghi è aggravato per così dire dalla 'reiterazione del reato'. E non va dimenticato che abbiamo preso provvedimenti disciplinari per molto meno e le regole".

IL SINDACO DI MONTAGNANA NON RITIRA LE DELEGHE. Nel frattempo Loredana Borghesan, primo cittadino di Montagnana, nonostante le dure contestazioni ricevute in consiglio, non ritira le deleghe al suo assessore, e annuncia di volersi confrontare con lui direttamente prima di ogni decisione. Draghi fa le valigie per tornare dalle vacanze, al suo ritorno lo aspetta una bella gatta da pelare.

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