Omicidio del barista di Padova, incastrati da bancomat e telecamere: chi sono i fermati

Due persone si trovano in carcere con l'accusa di avere assassinato Antonio Piombo, il 61enne barista della stazione di Padova trovato morto da un pescatore lungo l'argine del Po a Canaro, in provincia di Rovigo, lo scorso venerdì 27 maggio. Si tratta - come riportano i quotidiani locali - di Salvatore Ciammaichella, 44 anni, nato a Roma ma residente a Frassinelle Polesine, maresciallo in servizio alla stazione dei carabinieri di Cento (Ferrara) ma in convalescenza da circa un anno, e della sua compagna, Monia Desole, 41 anni, originaria di Pavia ma residente a Cento.

DUE FERMI. La coppia è stata fermata domenica mattina, in via Roma, in centro a Canaro (Rovigo), con le accuse di omicidio e di prelievo indebito col bancomat di Piombo. Ciammaichella dovrà rispondere anche di detenzione abusiva di una pistola Mauser calibro 7.65, l'arma con la quale sarebbe stato ucciso il 61enne, raggiunto da due colpi all'addome e alla testa. 

LE TELECAMERE E IL PRELIEVO. Ad incastrare i due vi sarebbero i filmati delle telecamere di videosorveglianza e i prelievi effettuati, a Bologna, dalla coppia con il bancomat della vittima, forse per depistare le indagini e indurre a pensare ad una rapina finita in tragedia. In particolare, pare che entrambi fossero presenti all'assassinio nella golena di Garofolo, poi il carabiniere si sarebbe messo al volante della Punto del barista, seguito dalla compagna, a bordo dell'auto di Ciammaichella. La Punto è stata in seguito abbandonata a Garda Veneta, dove è stata ritrovata qualche ora più tardi.

IL MOVENTE. Da ricostruire, invece, quale possa essere stato il movente dell'omicidio, scaturito forse da una violenta lite. Al momento, il carabiniere si trova in carcere a Rovigo, mentre la compagna è trattenuta al carcere femminile di Montorio a Verona.