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Omicidio Sancovich: il sospettato confessa, ucciso per alcune migliaia di euro

A premere il grilletto di quella semiautomatica è stato R.R., 67enne di Martellago (Venezia), piccolo imprenditore nel campo della moda. Martedì l'arresto per omicidio volontario

Ucciso per un debito di 16mila euro che il suo omicida non intendeva appianare. Sembra questo il movente che ha spinto R.R., 67enne originario di Ferrara ma residente a Martellago (Venezia) a premere il grilletto di quella pistola semiautomatica che ha freddato Ezio Sancovich, 62 anni, consulente esterno della Moncler, nota azienda di abbigliamento ucciso nella sua auto con tre colpi alla testa.

INTERROGATORIO. È crollato dopo un lungo interrogatorio il 67enne attivo nel settore della moda, arrestato dai carabinieri nel tardo pomeriggio di martedì con l'accusa di omicidio volontario. Come riportano i quotidiani locali, la confessione del veneziano ai militari del comando provinciale di Padova coordinati dal sostituto procuratore Roberto Piccione, sarebbe stata lacunosa, carica di contraddizioni e vuoti. Sarebbe stato lo stesso R.R. a far trovare l'arma del delitto.

L'APPUNTAMENTO. Sancovich sarebbe uscito dalla sede dalla Moncler, a Trebaseleghe, intorno alle 18.30. Come riportano i quotidiani locali avrebbe fatto una telefonata alla moglie, che lo attendeva nella loro abitazione di Rubano, ma, prima di fare rientro a casa avrebbe incontrato R.R. I due si sarebbero incontrati fuori dalla ditta con la quale collaborava Sancovich e sarebbero saliti a bordo della Bmw station wagon della vittima in direzione Castelfranco Veneto (Treviso).

PISTOLA. A bordo di quell'auto sarebbe nata una lite violenta tra i due che avrebbe portato Sancovich ad arrestare la corsa lungo la strada regionale 245, all'imbocco di una strada sterrata. Da qui in poi la confessione di R.R. si fa confusa. L'imprenditore veneziano avrebbe riferito che il consulente della Moncler gli avrebbe ordinato di scendere dall'auto e che sempre lui gli avrebbe l'arma contro e che il colpo sarebbe partito nel tentativo di difendersi, disarmandolo.

INDAGINI. La ricostruzione del sospettato numero uno ha lasciato ancora molti dubbi agli inquirenti. Saranno i risultati dell'autopsia e i rilievi balistici a fare ulteriore chiarezza sulla vicenda.

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