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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

25 anni da un delitto rimasto impunito: "Il mio fidanzato, ucciso per uno scambio di persona"

Era il 3 maggio del 1992, quando un giovane qualunque, Matteo Toffanin, venne assassinato nel fiore degli anni in via Tassoni a Padova. Un omicidio commesso per sbaglio: i killer erano in realtà stati assoldati per ammazzare un'altra persona. La sua donna di allora, testimone dell'esecuzione, torna a parlare di quei fatti con un evento in programma a Ponte San Nicolò

Sono trascorsi 25 lunghissimi anni dal delitto di Matteo Toffanin, ucciso il 3 maggio del 1992, a 23 anni, in via Tassoni a Padova, davanti agli occhi della fidanzata, Cristina Marcadella, rimasta ferita nell'agguato e salva per miracolo. Quella sera, un giovane perse la vita per un tragico "errore", un fatale scambio di persona, raggiunto dai colpi di arma da fuoco sparati da un commando il cui reale obiettivo era in realtà un altro uomo.

LA FIDANZATA DI ALLORA. L'inchiesta sull'omicidio venne archiviata un anno dopo. Gli assassini non vennero mai identificati e questa triste storia cadde nell'oblio. Chi non ha mai dimenticato è però la fidanzata di allora, che oggi, venticinque anni dopo, torna a chiedere memoria e giustizia per Matteo: "È un anniversario importante - spiega - dopo tanti anni e un lungo percorso, ora mi sento finalmente forte e pronta per portare avanti questa battaglia, non solo per ricordare una persona che ha perso la vita, ma per risvegliare le coscienze nel nostro piccolo, far capire che quello che è successo a noi, in una città del nord come Padova, in un quartiere come è la Guizza, sarebbe potuto accadere a chiunque".

L'AGGUATO IN VIA TASSONI. Quella tragica sera, i due giovani fidanzati erano appena rientrati da una piacevole giornata passata a Jesolo. Matteo aveva riaccompagnato a casa Cristina, e si era fermato con l'auto davanti all'appartamento di lei, in via Tassoni. Quel giorno, il giovane aveva usato la Mercedes 190 E bianca prestatagli dallo zio, perché la sua Lancia Delta aveva avuto dei problemi. Entrambi i ragazzi si trovavano nella vettura quando partirono gli spari che ferirono solo Cristina, ma chiusero gli occhi per sempre al suo ragazzo.

UNA DRAMMATICA SERIE DI COINCIDENZE. Le indagini della polizia portarono a scoprire che il povero Matteo Toffanin era stato ucciso, in realtà, per puro caso, per una serie drammatica di coincidenze. L'auto dello zio era infatti dello stesso modello e dello stesso colore di quella di cui era proprietario il reale obiettivo dei killer. Non solo: i tre numeri iniziali della targa erano identici a quelli della vettura indicata ai sicari. Ultimo "dettaglio": quella era l'ora in cui sarebbe dovuto rientrare il bersaglio del commando, che abitava proprio in via Tassoni. Gli assassini credettero si trattasse della "loro persona" e non esitarono a fare fuoco. 

IL VERO OBIETTIVO DEI SICARI. A quegli uomini, arrivati a Padova appositamente dalla Sicilia, era stato ordinato l'omicidio di un pregiudicato che faceva parte di un'organizzazione criminale di Milano e che, a seguito di alcuni sgarri commessi, era già stato minacciato. L'uomo però aveva fatto orecchie da mercante e quindi i malavitosi milanesi avevano deciso di ammazzarlo.

L'EVENTO PER IL 25° DALLA MORTE. In memoria di quei tragici fatti, sabato 6 maggio, alle 20.30, nella sala civica del municipio di Ponte San Nicolò, si svolgerà una serata organizzata proprio da Cristina Marcadella: "Matteo non ha avuto giustizia - spiega - questa cosa mi è sempre rimasta, e non mi dispiacerebbe, se venisse fuori qualche nuovo elemento, che il caso venisse riaperto. Quello che voglio fare ora, però, è iniziare un percorso, anche se faticoso, perché queste vittime non vengano dimenticate e per far riflettere la città di Padova". 

"FORSE ERA DESTINO CHE IO POTESSI RACCONTARE". Accanto a lei, in questa iniziativa, ci sono i familiari di Matteo e gli amici di un tempo: "Ho trovato in loro molto sostegno - racconta - quando ho ricontattato le vecchie conoscenze mie e del mio fidanzato di allora, ho scoperto che in molte persone era rimasto latente questo desiderio di riportare alla memoria la nostra storia. Una vicenda piena di inspiegabili coincidenze - conferma - perché noi, con la malavita, non avevamo mai avuto alcun tipo di connessione". Coincidenze non solo tragiche: "Mi sono salvata per miracolo - conclude Cristina - forse era destino che io rimanessi in vita per portare avanti questa battaglia". 

IL PROGRAMMA. L'evento di sabato si articolerà in: un reading a più voci in ricordo di Matteo Toffanin (con, per la prima volta, Cristina Marcadella); un intervento della giornalista Monica Zornetta sulle vittime innocenti delle mafie in Italia; un video-messaggio di Gianluca Maria Calì, imprenditore antimafia; un video-messaggio di Carmela Sermino, vedova di Giuseppe Veropalumbo, ucciso dalla camorra la notte di Capodanno del 2007; un reading a più voci sulle figure di Giancarlo Siani, Pio La Torre, Peppino Impastato, Libero Grassi, Giovanni Falcone. Ci sarà inoltre la prioiezione del video di Luca Ricatti su Matteo Toffanin. I contributi raccolti (la partecipazione è ad offerta libera) andranno in favore della cooperativa sociale onlus Il tappeto di Iqbal. Come simbolo della serata, è stata scelta la quercia piantata in ricordo di Matteo.

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