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Cronaca

Ordinanza anti alcol in centro: Appe chiede lumi al Comune a tutela dei pubblici esercizi

L'attacco: «Se ci fosse stata una maggiore comunicazione tra le parti, avremo potuto informare tempestivamente i nostri associati, anche in considerazione del fatto che le nuove regole sono già operative»

L'associazione Provinciale Pubblici Esercizi (Appe) mal ha digerito l'ordinanza anti alcol imposta dal comune di Padova. Vengono contestate le metodologie con cui la notizia è stata diffusa. 

Appe

«Apprendere della pubblicazione dell'ordinanza, che ha risvolti diretti sui pubblici esercizi, dai mezzi di stampa, anziché per i canali istituzionali, ci lascia un po' perplessi: se avessimo saputo per tempo della stessa, avremmo per esempio potuto informare tempestivamente i nostri associati, anche in considerazione del fatto che le nuove regole sono già operative».

Ragionamenti in corso

I vertici di Appe hanno proseguito: «Riteniamo che ai contenuti dell'ordinanza si debba dare un'interpretazione tale per cui non siano direttamente coinvolti i pubblici esercizi, aspetto sul quale siamo già stati rassicurati dal Comune, che, nell'ambito della loro normale attività, consegnano i bicchieri o bottiglie di bevande alcoliche ai clienti che le consumano nei pressi dei locali. Vogliamo infatti pensare che il senso dell'ordinanza sia quello di vietare la vendita di alcolici a clienti che poi, bottiglie in mano, girovagano per tutto il centro cittadino, con le ben note conseguenze, peraltro elencate con precisione nel preambolo del provvedimento».

Dalla parte dei pubblici esercizi

Appe ha concluso: «Nei prossimi giorni chiederemo ufficialmente conferma della nostra interpretazione all'amministrazione comunale del sindaco Sergio Giordani, affinché un provvedimento, che peraltro risponde a quanto da Appe più volte segnalato e cioè che occorre limitare la vendita per asporto "incontrollata" di alcolici, finisca per danneggiare i locali che, magari perché non hanno un plateatico esterno, somministrano le bevande a clienti in piedi, ma sempre nelle vicinanze dell'esercizio e, quindi, sotto il diretto controllo dell'esercente».

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