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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Intercettava donne sole e le riduceva sul lastrico: arrestato trentanovenne

Secondo la Squadra mobile che ieri l'ha arrestato, l'indagato sarebbe arrivato a spillare alle sue vittime circa 500mila euro. Ora è sottoposto ai domiciliari a disposizione dell'autorità giudiziaria

Simulava inesistenti innamoramenti, ma l'unico intento era quello di mettere sotto scacco donne fragili per poi privarle dei mezzi di sussistenza. Un uomo "prevaricatore" è stato arrestato ieri 27 settembre dalla Polizia su ordinanza di custodia cautelare e messo ai domiciliari. In manette è finito Ibrahim Alahmad di 39 anni siriano residente a Padova. L'attività, coordinata dalla Procura della Repubblica di Padova e concretizzata dagli agenti della Squadra mobile è partita a seguito di due denunce formalizzate da altrettante donne. 

Le accuse

Il trentanovenne sarebbe accusato di aver approfittato della vulnerabilità emotiva di due vittime, entrambe non più giovanissime, di età superiore una ai 60 e l'altra 70 anni. Il canovaccio era semplice: l'indagato avrebbe consumato in loro danno condotte di estorsione, furti, atti persecutori e violazione di domicilio. Obiettivo di fondo era quello di ottenere soldi da spendere principalmente per il vizio del gioco. 

La vicenda

I suoi comportamenti secondo l'accusa sarebbe seriali, a tal punto che ci sarebbe anche una terza vittima sempre fragile emotivamente che sarebbe cascata nella sua trappola. Il modo di approcciarsi e di ricevere denaro era semplice: l'indagato giocava sulla disperazione, raccontava di essere in un bivio senza ritorno, di essere disposto anche a porre in essere atti di autolesionismo. Il suo atteggiamento da finto remissivo, di fatto, induceva la vittima di turno a soddisfare la sua smania di soldi. Tanti soldi, se gli investigatori della Squadra mobile ipotizzano che il trentanovenne siriano sia riuscito a spillare una cifra attorno ai 500mila euro. Quando le donne soggiogate dal siriano finivano i loro risparmi, il trentanovenne non si perdeva d'animo e diventava ancora più violento, minacciandole di parlare con i loro parenti, di dar fuoco all'auto, ma anche di privarle di qualsiasi cosa millantando conoscenze informatiche che gli consentivano di accedere anche ai conti correnti. 

Gli accertamenti
 
Le analisi operate dalla Polizia sui conti correnti delle vittime hanno infatti evidenziato bonifici in loro favore e prelievi effettuati qualche giorno dopo nel momento in cui consegnavano le somme all’indagato per importi corrispondenti. Insomma, il finto innamorato non lasciava alle sue vittime neppure i soldi per mangiare. La ludopatia e la sete di gioco d'azzardo dell'indagato è supportata dall'utilizzo delle tessere bancomat delle donne in siti internet di società di gioco online o presso sale giochi che non è risultato abbiano mai visitato o frequentato le legittime proprietarie delle carte di credito.

Il furto

L’indagine ha consentito di appurare anche un furto consumato da parte dello stesso uomo ai danni della prima delle sue vittime, cui aveva sottratto un anello con brillanti, incaricando poi l’altra sua vittima, all’oscuro della provenienza dell’anello, di consegnarlo in pegno presso un compro-oro. L’anello è stato di seguito recuperato e sequestrato dagli agenti della Squadra Mobile.
 
Atti persecutori

Una volta interrotta la relazione sentimentale ed allontanatesi con difficoltà da lui, le due donne sono state poi oggetto di sistematiche molestie, mediante molteplici telefonate e messaggi, frequenti scoppi d'ira, danneggiamenti, improvvise incursioni all’interno delle loro abitazioni, al punto da essere indotte l’una ad assumere ansiolitici e l’altra ad allontanarsi dalla propria abitazione ed a non utilizzare più il proprio telefono.
 
L'ammonimento

Il settembre dell’anno scorso l'indagato, su istanza della seconda delle vittime, era stato destinatario di un ammonimento del questore, ma ha continuato nonostante ciò a presentarsi a casa della donna in coincidenza con la data di accredito dello stipendio, pretendendo che glielo versasse interamente, minacciandola che altrimenti le avrebbe "hackerato" il conto, che le avrebbe tolto tutto costringendola anche a vendere la casa in cui viveva. Ciò si è ripetuto fino alle settimane scorse, allorché l’uomo ha preteso nuovamente dalla donna, dietro le solite minacce e l’assurda promessa di restituirle una parte del maltolto, di essere ospitato presso la sua abitazione, cosa che è di fatto avvenuta. Sottoposto agli arresti domiciliari, l’uomo è adesso impossibilitato fisicamente ad avvicinare nuovamente le due parti offese, come pure altre potenziali vittime.

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