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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Detenuti e permesso di soggiorno: due seminari in Provincia

Il questore Antonio Sbordone ha sottolineato: «Il confronto fra Amministrazioni è stato più che proficuo e teso al raggiungimento delle finalità della pena detentiva così come indicate dalla nostra Costituzione»

La settimana scorsa in Provincia si sono svolti due seminari sull’immigrazione ai quali hanno partecipato magistrati di Sorveglianza, i garanti comunali delle persone private della libertà personale, i direttori della Casa di Reclusione e Circondariale di Padova, i comandanti ed il personale di Polizia Penitenziaria di Padova e Venezia e, in videoconferenza, anche degli altri istituti del Triveneto, i funzionari giuridico pedagogici, il personale degli uffici di Esecuzione Penale Esterna, i  mediatori culturali, assistenti sociali, rappresentanti di associazioni di volontariato e del terzo settore che operano all’interno degli istituti penitenziari patavini.
Il confronto con i dirigenti dell’Ufficio Immigrazione della Questura, Sabrina Stefani e Barbara Nori, ha approfondito le tematiche relative al rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno per le persone straniere extra UE all’atto della scarcerazione o comunque durante la detenzione, le espulsioni e la normativa in materia di protezione internazionale.

I seminari

La prima parte dei seminari ha riguardato la disamina dei quadri giuridici di riferimento e, successivamente si sono affrontati casi “tipo" ed approfondimenti sulla tematica delle espulsioni. Il questore di Padova, Antonio Sbordone, ha espresso soddisfazione per l’esito degli incontri: «Il confronto fra Amministrazioni, in questo caso quella della Pubblica Sicurezza e quella Penitenziaria, con il coinvolgimento degli Enti e delle Associazioni di volontariato che operano nelle strutture carcerarie è stato più che proficuo e teso al raggiungimento delle finalità della pena detentiva così come indicate dalla nostra Costituzione». Dal canto suo, il provveditore regionale per il Triveneto, Maria Milano Franco d’Aragona, ha così commentato: «L'esigenza di offrire a tutti i profili professionali dell'Amministrazione Penitenziaria, nonché degli operatori del terzo settore, approfondimenti sull'importante tematica della legislazione nazionale in materia di immigrazione, anche al fine di dare una pronta restituzione alla   popolazione detenuta, è stata raccolta con responsabilità e coinvolgimento dal personale, che ha prontamente aderito alla proposta. Ciò a dimostrazione di un ben avviato percorso condiviso di intenti, animato dalla volontà di attuare i principi ed i valori del mandato istituzionale. La funzione rieducativa della pena infatti, per concretizzarsi, deve passare anche attraverso un percorso di legalità e dunque, ove possibile, di regolarizzazione della posizione di persone straniere, alla base di concreti programmi di reinserimento sociale, inclusione e integrazione». 

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