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Cronaca

Sette giorni fa l'omicidio di Mattia Caruso, tra depistaggi e l'assenza di un movente

Il trentenne moriva a cavallo tra domenica e lunedì scorso dopo che i sanitari hanno fatto di tutto per salvarlo. La reo confessa, Valentina Boscaro è agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico

Una settimana fa, domenica 25 settembre attorno alle 23 si consumava l'omicidio di Mattia Caruso, 30 anni di Albignasego. Un evento delittuoso per certi versi inspiegabile che ha distrutto una nota famiglia di ambulanti e ha lasciato senza parole tutti coloro che conoscevano la vittima, ma anche la persona che secondo l'accusa l'ha ucciso: la fidanzata Valentina Boscaro di 31 anni.

L'ultima serata di festa

Domenica 25 settembre la coppia con l'auto Mercedes Classe A di Valentina si dirige al locale Laghi di Sant'Antonio a Montegrotto Terme. Doveva essere una serata come tante altre, con buona musica qualche drink e due chiacchere in compagnia prima di far rientro a casa. Niente di tutto questo, è chiaro che il clima tra i due non è dei migliori. Non è dato sapere cosa abbia rovinato la quiete di una serata che doveva essere di pura allegria, senza pensieri. Tra l'altro Mattia stava organizzando il suo compleanno che sarebbe stato l'11 ottobre. Forse voleva festeggiare i suoi 31 anni proprio a Montegrotto. Questo non lo sapremo mai. La permanenza ai Laghi di Sant'Antonio dura poco. Poco dopo le 22 i ragazzi escono. Qualcosa si è incrinato. Non c'è armonia. La vittima avrebbe anche chiamato un amico poco prima di morire riferendo che qualcosa non andava. Non ha però specificato quale fosse il problema. Forse voleva un passaggio per tornare a casa. 

Gli istanti della coltellata

Sta di fatto che Mattia e Valentina risalgono in auto. Percorrono circa 2 chilometri e mezzo poi si fermano in uno spiazzo lungo via dei Colli Euganei ad Abano. Forse c'era la volontà di chiarirsi, di fare pace. L'atmosfera non era sicuramente di gioia. Sta di fatto che, come poi raccontato davanti ai carabinieri e al magistrato dalla rea confessa, Valentina prende un coltello di proprietà di Mattia dal cruscotto e lo colpisce al petto. Un solo colpo, preciso, letale.

L'ultima richiesta d'aiuto

Quando i soccorsi arrivano e provano e provano l'impossibile per salvare Mattia, quest'ultimo è adagiato sull'asfalto e la sua ragazza è a fianco a lui tutta sporca del sangue della persona che amava. Mattia prima di perdere conoscenza avrebbe sussurrato ad un'automobilista che si è fermata per allertare i soccorritori di essere stato accoltellato. Poi il ricovero in ospedale a Padova e a stretto giro il decesso.

L'alibi di Valentina

Mentre i carabinieri cristallizzavano la scena del delitto, Valentina ha raccontato che fuori dal locale di Montegrotto il suo fidanzato si sarebbe intrattenuto con uno sconosciuto qualche minuto mentre lei lo attendeva in auto. Poi Mattia sarebbe corso in auto per proseguire per due chilometri e mezzo prima di fermarsi ormai stremato. Le verifiche dell'Arma sono state tempestive. I controlli effettuati sulla scena del presunto accoltellamento sono risultati negativi. Nessuna traccia di sangue a terra, nessuna persona sospetta notata nell'immediatezza dei fatti. Insomma, per tre giorni i militari hanno giocato sotto copertura seguendo alla lettera i racconti della fidanzata, ma lavorando anche su altre piste. Una su tutte, indagando proprio su Valentina.

Le contraddizioni

Sentita più volte in caserma la donna si sarebbe più volte contraddetta, il suo castello dopo ore e ore di interrogatorio si è poi sbriciolato ed è emersa la dura verità. Sarebbe stata proprio lei ad infierire con un coltello sul corpo della persona che diceva di amare. Poi avrebbe rimesso l'arma in tasca a Mattia cercando di crearsi un alibi di ferro. Troppo poco, però, per contrastare il meticoloso lavoro degli investigatori e la regia della Procura per farla franca.

Sette lunghi giorni

A distanza di sette giorni ci si interroga se questo omicidio poteva essere evitato, se la storia tra i due potesse interrompersi senza danni. Senza lacrime, senza lasciare con un nodo alla gola tutti coloro che amavano Mattia. Ora resta il dolore e il rispetto verso la famiglia Caruso. Ogni discorso in più alimenterebbe rabbia e non porterebbe a risultati concreti. Valentina Boscaro, nel frattempo, resta reclusa con annesso braccialetto elettronico in regime di arresti domiciliari. Quello che fa specie è che ancora oggi manchi un movente, una giustificazione concreta ad un gesto così efferato.

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