Il Brescia retrocede, la furia ultras rischia di provocare il morto

Ancora poliziotti feriti, cinque di questi del Reparto mobile di Padova, ancora violenza negli stadi. E tutto per una partita di calcio che ieri sera, 1 giugno, ha decretato la retrocessione del Brescia in Lega Pro. Si è sfiorata la tragedia a tempo scaduto quando il Cosenza, meritatamente, ha trovato il gol del pareggio che di fatto ha condannato la compagine lombarda alla retrocessione in virtù della sconfitta di misura patita nel match d'andata. 

Un bollettino di guerra

A farne le spese della sconsiderata guerriglia urbana che si è scatenata al pareggio del Cosenza sono stati gli agenti del reparto Mobile che in tutte le maniere hanno tentato di tamponare la violenza sconsiderata provocata dagli ultras. Anche dei poliziotti in forza a Padova hanno subito gravi lesioni e oggi, 2 giugno il segretario provinciale Fsp Polizia Padova, Luca Capalbo ha tuonato tutta la sua rabbia: «Ci troviamo nella condizione ormai di scrivere veri e propri dispacci di guerra più che comunicati sindacali di indignazione. Almeno un ferito, mezzi di servizio distrutti, ma soprattutto tanta, tantissima regressione dal punto di vista di gestione di eventi sportivi. Un agente del reparto Mobile di Padova - ha detto in una nota Capalbo - ferito seriamente durante gli scontri di Brescia per l’incontro di calcio Brescia - Cosenza. Gli stadi italiani sempre più teatri di guerriglia, appare che tutto quello di buono fatto nel campo della gestione degli eventi sportivi stia velocemente svanendo. Occorre agire velocemente, lo denunciamo ormai da un anno non possiamo arrivare all’inizio dei campionati in queste condizioni. Ci piacerebbe non rimanere come poliziotti, orfani di quelle innovazioni normative senza le quali agire diventa sempre più pericoloso».