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Cronaca

Padre Ezechiele Ramin, si apre la rogatoria diocesana per la causa di beatificazione

Il comboniano padovano era stata ucciso il 24 luglio 1985 a Cacoal in Brasile. Sono 31 i testimoni che verranno sentiti dal tribunale istituito a Padova, tra cui familiari e persone che lo hanno conosciuto

Inizia sabato 9 aprile, con la prima sessione pubblica, il processo rogatoriale diocesano per la causa di beatificazione del "servo di Dio" padre Ezechiele Ramin, il comboniano padovano, ucciso il 24 luglio 1985 a Cacoal in Brasile. L’indagine sulla fama di santità, avvalorata dall’indicazione “super martyrio” – ossia nella consapevolezza che il religioso è morto nella difesa della propria fede, per la pace e la giustizia – è stata avviata ufficialmente il primo aprile 2016 dalla Diocesi di Ji-Paranà, in Brasile, dove il missionario è morto. Dal vescovo di Ji-Paranà, mons. Bruno Pedron, è giunta la richiesta al vescovo di Padova, Claudio Cipolla, di aprire un processo rogatoriale nella Diocesi di origine di padre Ramin per poter procedere alla raccolta delle testimonianze di numerose persone che hanno conosciuto il comboniano.

I TESTIMONI. Sono 31 i testimoni che verranno sentiti dal tribunale istituito a Padova, tra cui familiari, persone che hanno conosciuto padre Ramin nelle diverse fasi di vita in Italia e nel periodo di formazione e un nutrito gruppo di comboniani. La rogatoria diocesana si aprirà sabato 9 aprile con l’istituzione del tribunale sul processo “super martyrio” e il giuramento dei componenti. L’appuntamento è alle ore 15.30 nella chiesa dei missionari comboniani di via San Giovanni da Verdara a Padova. Dopo un primo momento di preghiera, monsignor Pietro Brazzale, coordinatore generale della rogatoria ne presenterà le motivazioni e il significato; seguirà il giuramento del vescovo Cipolla e dei membri del Tribunale per la rogatoria diocesana: il postulatore, padre Arnaldo Baritussio, comboniano; il giudice delegato monsignor Giuseppe Zanon; il promotore di giustizia don Antonio Oriente; il notaio attuario avvocato Mariano Paolin e il notaio aggiunto e coordinatore generale della rogatoria, monsignor Pietro Brazzale.

LE DOMANDE. Dopo il giuramento, ci saranno gli interventi di padre Giovanni Munari, provinciale dei Missionari Comboniani in Italia e la presentazione della biografia di padre Ramin da parte di Samuele Salvato, un giovane postulante. Quindi verranno consegnati al giudice delegato l’elenco dei testimoni da sentire e il questionario da sottoporre che è composto di 36 domande suddivise in quattro parti, relative a: dati anagrafici e biografici; domande sulla vita di padre Ezechiele Ramin, domande sulla morte e altri quesiti che riguardano la fama del suo martirio.

CHI ERA. Ezechiele Ramin nasce a Padova (parrocchia di San Giuseppe), il 9 febbraio 1953. Dopo aver frequentato le medie e conseguito la maturità classica all’Istituto vescovile Barbarigo, inizia il postulantato tra i Comboniani a Firenze, dove prosegue gli studi teologici. Entra in noviziato nel 1974 a Venegono Superiore (Varese) ed emette i primi voti il 5 giugno 1976. Prosegue la sua formazione ed esperienza a Kampala (Uganda), Mirfield-Yorkshire, Chicago-USA, Campesina (Mexico), Cabo-S. Lucas (Bassa California). Il 15 maggio 1980 emette i voti perpetui, e il 28 settembre dello stesso anno, in Italia, è ordinato presbitero. Il 20 gennaio 1984 arriva in Brasile, successivamente destinato a Cacoal in Rondonia, dove prende a cuore la problematica indigena della ripartizione delle terre. Il 24 luglio 1985 viene ucciso. Pochi giorni dopo papa Giovanni Paolo II parlerà di lui come un "martire della carità".

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