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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Giorgio in Bosco

Parmigiano e grana "terremotati", 10mila chili a Padova con Coldiretti

L'associazione dei coltivatori patavini ha dichiarato conclusa l'operazione di solidarietà che ha portato all'acquisto dei prodotti più danneggiati dal sisma in Emilia della scorsa primavera. Oltre 3mila le persone che hanno contribuito

Quasi 10 mila chilogrammi di formaggio venduti in meno di 2 mesi a 577 contatti, di cui oltre la metà in rappresentanza di piccoli e medi gruppi di acquisto organizzati da associazioni, parrocchie, enti pubblici, aziende private, con una stima di oltre 3mila persone interessate. È il bilancio stilato da Coldiretti Padova a conclusione dell’operazione “salva Parmigiano e Grana Padano” per favorire la ripresa dell’agricoltura emiliana gravemente colpita dal sisma della scorsa primavera.

FORMAGGIO TERREMOTATO. La risposta dei padovani si è dimostrata generosa. Fondamentale la collaborazione del consorzio lattiero caseario “Mungi & Bevi” di San Giorgio in Bosco, che ha fornito l’indispensabile supporto logistico per il trasporto, il taglio ed il confezionamento del formaggio sottovuoto, venduto ad un prezzo equo, fissato dagli stessi caseifici per evitare speculazioni o, peggio, atti di sciacallaggio.

PADOVANI SOLIDALI. “La risposta dei padovani non si è fatta attendere – affermano Marco Calaon e Walter Luchetta, presidente e direttore di Coldiretti Padova – fin dai giorni immediatamente successivi al sisma a centinaia hanno contattato i nostri uffici per aderire all’operazione a sostegno delle imprese agricole danneggiate dal terremoto. Ovviamente l’intero ricavato è andato alle aziende produttrici dell’Emilia e della Lombardia, alle prese con le difficoltà e le incertezze che stanno accompagnando la lunga e difficile fase della ricostruzione".

L'INIZIATIVA DI COLDIRETTI LANCIATA A GIUGNO

LAVORO DI SALVATAGGIO. Con ben 13 magazzini lesionati e quasi un milione di forme crollate a terra, l’acquisto di Grana Padano e Parmigiano Reggiano ha permesso di liberare spazio per la nuova produzione ottenuta dal latte raccolto nelle stalle dove la mungitura non poteva essere fermata. Il prodotto “salvato” dai magazzini lesionati è stato estratto dalle “scalere” accartocciate, verificato qualitativamente e poi trasferito in opportuni locali prima di poter essere posto in vendita.

RIPARTIRE IN LOCO O CHIUDERE. Con una stima di 150 milioni di euro di danni il sistema del Parmigiano Reggiano è in cima alla triste classifica dei prodotti più danneggiati dal sisma seguito da vicino dal Grana Padano che accusa un colpo da 70 milioni di euro e dall’aceto balsamico che conta perdite per 15 milioni di euro, secondo la Coldiretti. Le imprese che operano in questi settori hanno solo la possibilità di scegliere se chiudere o ripartire poiché le uniche attività che certamente non saranno delocalizzate sono proprio quelle legate all’agricoltura e ai suoi prodotti tipici, dal parmigiano al grana, dall’aceto balsamico tradizionale alle pere tipiche, la cui produzione non può avvenire per legge al di fuori del territorio delimitato dai disciplinari di produzione approvati dall’Unione Europea.

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