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Cronaca

Patto del comune di Padova con i baristi per "multe con preavviso"

L'amministrazione applica la nuova legge regionale che introduce la "diffida amministrativa". L'esercente ha 10 giorni per mettersi in regola e, se rimuove la causa dell'irregolarità, non incorre in sanzioni

Accordo siglato tra Comune ed esercenti di Padova per evitare “agguati” per cartelli mancanti o insegne fuori posto. L'amministrazione padovana è la prima ad applicare la legge regionale numero 10 dell’11 marzo 2014, proposta dal consigliere regionale dell’Italia dei Valori Antonino Pipitone, che dà la possibilità di introdurre la fattispecie operativa della diffida amministrativa.

COME FUNZIONA. Dal 14 marzo scorso i vigili, nell'accertare una irregolarità in un negozio o in un locale pubblico, usano uno strumento che dà al commerciante 10 giorni di tempo per mettersi in regola. Per evitare i "furbetti", la diffida non può essere applicata più volte: se nell'arco di 5 anni si reitera la violazione, l'esercente viene sanzionato. Il nuovo strumento, che si basa sulla presunzione della buona fede, consente al Comune di svolgere i controlli puntando sulla prevenzione anzichè sulla repressione. La diffida amministrativa non è applicabile nei casi riguardanti la sicurezza alimentare e la tutela della sicurezza del lavoro.

"ADDOLCIMENTO" DEI CONTROLLI. “Prima gli uomini della polizia municipale erano obbligati per legge ad elevare la sanzione – spiega il sindaco reggente Ivo Rossi – per irregolarità che non mettevano a rischio né la salute pubblica né il corretto rapporto con il cliente: il cartello dei prezzi non esposto in maniera visibile all’interno del locale, solo per fare un esempio, poteva costare una sanzione fino a 1032 euro. Ora la mancanza o poca visibilità dello stesso cartello, constatata dalla polizia municipale, porta a redigere un verbale di diffida: l’esercente ha 10 giorni per mettersi in regola e se rimuove la causa dell'irregolarità, non incorre in sanzioni. Ciò permette un rapporto migliore tra chi ha il compito dei controlli, ed i controllati. Bar, ristoranti e negozi contribuiscono alla vitalità delle nostre città. Per questo la polizia municipale ha iniziato ad applicare questo “addolcimento” dei controlli già dai primi giorni di entrata in vigore della norma regionale”.

VIGILI, DA CASTIGATORI A CONSULENTI. Soddisfatto per l’introduzione della diffida prima della sanzione anche Filippo Segato, direttore dell’Appe, associazione dei pubblici esercizi di Padova. “Siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione – spiega Segato – fino a ieri il barista e il ristoratore che si vedevano entrare dentro il negozio l’agente in divisa iniziavano a fare il conto a mente di quanto sarebbe costata quella visita. Ora con questo nuovo spirito collaborativo, che spero davvero verrà copiato anche dagli altri comuni della provincia di Padova, il vigile urbano diventa una sorta di consulente dell’esercente, che lo informa sui suoi doveri prima di sanzionarlo. Un passo in avanti importantissimo”.

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