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Cronaca Noventa Padovana

Pelli rare senza l'autorizzazione Maxi sequestro a Stra e Noventa

Quasi una tonnellata di pellame si specie rare (alligatori, varani, coccodrilli, serpenti, pitoni, lucertole) è stato requisito dal corpo forestale in due ditte della Riviera e del Padovano. Denunciati i responsabili

Lì quelle pelli non avrebbero dovuto esserci. O meglio, assieme a loro avrebbero dovuto trovarsi anche molte carte a corredo, che invece non sono state rinvenute. Gli agenti del corpo forestale dello Stato nei giorni scorsi hanno effettuato ispezioni in nove aziende attive nel settore della commercializzazione e trasformazione del pellame della riviera del Brenta, facendo scattare diversi sequestri. Se in sette imprese infatti tutto è stato trovato in regola, due invece erano praticamente sprovviste del tutto della documentazione richiesta. 

PELLI DI SPECIE PROTETTE. C'erano pelli di alligatori, di varani, di coccodrilli, di serpenti, di pitoni, di lucertole (anche piuttosto rare) che avrebbero dovuto poter contare su alcuni documenti che ne attestassero la provenienza e le modalità con cui sono state prodotte. Niente di tutto ciò. Venerdì scorso quindi gli agenti del corpo forestale si sono presentanti nelle nove aziende, tra Stra e Noventa Padovana. In sei casi non erano presenti pelli di specie tutelate dalla convezione di Washington, mentre nei rimanenti sì. Se una realtà imprenditoriale è risultata completamente in regola, le altre due si sono viste requisire pelli per quasi una tonnellata. Sono stati sequestrati anche 51 pezzi di pelle e 13 pelli intere di pitone, oltre che una pelle intera di coccodrillo. 

IMPRENDITORI DENUNCIATI. "La documentazione può essere costituita da certificati Cites, fatture, ricevute fiscali, scontrini, Ddt e dichiarazioni di vendita da cui sia possibile desumere i dati relativi all’importazione e all’origine delle pelli - spiega il corpo forestale dello Stato - La Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione è nata dall'esigenza di controllare il commercio degli animali e delle piante (vivi, morti o parti e prodotti derivati), in quanto lo sfruttamento commerciale è, assieme alla distruzione degli ambienti naturali nei quali vivono, una delle principali cause dell'estinzione e rarefazione in natura di numerose specie". Nei guai dunque sono finite due imprese piuttosto grosse nel loro settore, e i loro responsabili, italiani, sono stati denunciati per illecita detenzione di pelli di specie protette. Si tratterebbe di uno dei sequestri più ingenti di questo tipo a livello nazionale.  

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