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Cronaca

L'uomo moderno? Obeso, con arti più lunghi e pene più corto

Lo dice uno studio presentato oggi ad Abano dell'Azienda ospedaliera universitaria di Padova su un campione di 2mila giovani. L'eccesso di peso influenza negativamente la produzione di ormoni durante lo sviluppo

Mediamente lungo 9,7 centimetri nel 1948, 9 centimetri nel 2001, nel 2012 si ferma a 8,9 cm.

LO STUDIO. Sono le dimensioni dell'organo riproduttivo maschile che, secondo una ricerca padovana presentata oggi in un convegno ad Abano Terme, sono destinate a diminuire a causa della diffusa obesità. Lo studio, che ha avuto come campione 2019 giovani dall'età media di 18,9 anni, è stata condotta dal servizio per la Patologia della riproduzione umana dell'Azienda ospedaliera universitaria di Padova, diretta dal professor Carlo Foresta.

QUESTIONI AMBIENTALI E DI ORMONI. L'uomo moderno si presenta con un pene dunque più corto rispetto ai propri predecessori, ma con braccia e gambe più lunghe rispetto al tronco. Questione di ormoni. "Le proporzioni del sistema scheletrico - spiega Foresta - sono governate essenzialmente dal sistema endocrino e in particolare dagli ormoni gonadici, quindi del testicolo. L'ipotesi più probabile è che ci siano cambiamenti ambientali che in qualche modo influiscono sul sistema endocrino".

OBESITÀ. Nella casistica analizzata, poi, il 18% dei giovani era sovrappeso o obeso. "L'obesità - aggiunge il professore - influenza negativamente la produzione di ormoni durante l'età dello sviluppo. Per questo la lunghezza del pene è inversamente proporzionata all'obesità".

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