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Cronaca piazza gasparotto

Piazza Gasparotto, sui senza dimora è scontro politico

Due visioni opposte riguardo la gestione di questo problema sociale: è scontro tra la consigliera comunale d'opposizione, Eleonora Mosco, e la neo assessora al sociale, Margherita Colonnello

L'opposizione, in particolare la consigliera Eleonora Mosco, attacca l'amministrazione Giordani, nella fattispecie la neo assessora Margherita Colonnello, riguardo la situazione di Piazzale Gasparotto: «Pochi scatti fotografici sono purtroppo sufficienti a spazzare via un quinquennio di vuota propaganda. La situazione è sotto gli occhi di tutti, immortalata dai telefoni dei residenti: qui dormono in pieno giorno una mezza dozzina di senzatetto, in condizioni abissalmente distanti dal livello minimo di dignità che dovrebbe essere garantito a ogni essere umano. Una scena che si ripete quotidianemente, proprio davanti all'ingresso degli uffici dei Servizi Sociali comunali, trasferiti qui dall'amministrazione Giordani per "rigenerare e riqualificare" la piazza, in una serie interminabile di annunci trionfali, pompose inaugurazioni e affollate conferenze stampa sulla presunta rinascita di questo pezzo di città». 

Persone e statue

Insiste la consigliera Mosco: «Un panorama desolante di sofferenza umana e degrado urbano, a 100 metri dalla Cappella degli Scrovegni e ancor più breve distanza dalla Stazione. Il peggior biglietto da visita possibile per la città di Padova. Chiedo al nuovo assessore al sociale Margherita Colonnello di prendere immediatamente in mano la situazione, ponendo fine alla vuota propaganda di chi l'ha preceduta e garantendo innanzitutto una sistemazione dignitosa per queste persone, purtoppo solo la punta dell'iceberg di un fenomeno di marginalità sociale in crescita vertiginosa. Poi si dovrà ragionare con tutta l'amministrazione su una vera riqualificazione della piazza, perché è chiaro che il risultato raggiunto finora è zero», sottolinea dal canto suo la consigliera, che poi non risparmia una ultieriore stoccata alla neo assessora. «Queste, e non le statue di Prato della Valle, dovrebbero essere le prorità di un'amministrazione comunale, a maggior ragione se si dichiara di centrosinistra. Perché prima delle statue vengono gli esseri umani in carne e ossa».

Stria

«In piazza Gasparotto - replica Omid Firouzi Tabar di Stria , associazione che da un paio di mesi è attiva proprio in quel pezzo di città -  c’è un forte problema di disagio e marginalità, sociale ed economica. Essendo un problema di esclusione sociale, quindi legato alla tossicodipendenza, a senza dimora e migranti esclusi dall’accoglienza, è chiaro che quelle ritratte nella foto sono persone che soffrono di un disagio forte e conseguente marginalità sociale. Questi problemi si possono risolvere, siamo convinti, con un intervento di tipo sociale. Noi di Stria Nadir, CO + e l’associazione Gasparotto, da qualche mese anche grazie all’impegno di Marta Nalin quando ricopriva il ruolo di assessora al sociale, abbiamo intrapreso un percorso di medio lungo periodo, mettendo in atto un intervento sociale su questa piazza. Auspichiamo che la nuova Giunta mantenga questo approccio inclusivo, al di là delle polemiche che poi lasciano il tempo che trovano». 

Piazza e associazioni

«Qui - insiste Firouzi - abbiamo due opzioni: o si pensa che questo sia un problema di ordine pubblico e si continua a fare retate che non incidono però realmente al cambio di scenario, oppure si opta  di mettere al centro un intervento sociale di tipo inclusivo e preventivo dove le forze dell’ordine si coordinano e si integrano sapendo che la priorità non è un approccio sicuritario e repressivo. Non è una questione di ordine pubblico questa. Se invece si continua con azioni repressive da fare ciclicamente, non si risolve nulla. E dire che non si è fatto nulla, considerando anche il ritardo che certi progetti hanno subito a causa del Covid, non è vero. Oggi siamo decisamente sulla buona strada, dobbiamo insistere su quelli che sono gli obiettivi che sono stati posti. I servizi sociali ha messo anche in campo le unità di strada proprio per intercettare e cercare di dare a queste persone un sostegno concreto. Oggi c’è una opportunità, quella di alimentare questo laboratorio sociale in cui tanti elementi si muovono insieme e sono coinvolti. Se si immagina questo come un problema di ordine pubblico non si conosce la questione». Ma chi sono le persone che dormono in piazza? «Gente che cerca un riparo. Sono esclusi da qualsiasi politica abitativa dopo avere finito il percorso nelle strutture di accoglienza. Perché tanta gente finisce in strada perché non c'è alternativa. Se cominciavo a fare qualche politica che favorisca invece l’inserimento sociale, forse qualcosa cambierebbe». 

Sociale

Replica alla consigliera Mosco anche la neo assessora al sociale, Margherita Colonnello: «Piazza Gasparotto è un luogo rispetto al quale stiamo facendo un percorso con le associazioni che stanno operando da dopo la pandemia. Esiste un problema su quella zona e nasconderlo sarebbe ingenuo, ma è tutta la città che si deve interrogare su come renderla viva. Comunque un conto è parlare dei problemi sociali e un altro cercare la polemica a ogni costo. Invito la consigliera Mosco ad andare a trovare chi ha deciso proprio in quella piazza di essere presenza attiva e propositiva». Quello dei senza dimora è un tema strutturale a tutte le grandi città, non ci risulta siano aumentati e quelli presenti sul nostro territorio sono stati presi in carico dal nostro Comune. Mentre prima il paradigma era abituare le persone ad abitare e poi dopo trovargli una sistemazione, è stato già avviato un percorso opposto con percorsi individualizzati di accompagnamento all’abitare che coinvolge ben 24 persone. Infine i numeri, per quanto riguarda i senza dimora nella nostra città, sono diminuiti e non aumentati. Anche questo è risultato non sottovalutare». 

Numeri

«Padova si pone all’avanguardia nella sperimentazione di nuove formule per aiutare queste persone a inserirsi in processi positivi di abilitazione alla casa», sottolinea la neo assessora. «Abbiamo uno dei servizi storici che si rivolge alle persone senza dimora (P.D.S.) che è l'Asilo Notturno. Nel 2021 ha avuto un'importante ristrutturazione, grazie ai fondi POR FESR. L'Asilo notturno si rivolge ai cittadini padovani maggiorenni che si trovano privi di alloggio quale risposta, immediata e temporanea, alla mancanza di una sistemazione abitativa, per rispondere al bisogno di un luogo sicuro, caldo e attrezzato per il riposo notturno e i bisogni di cura dell'igiene personale. Si tratta di una risposta parziale al complesso di bisogni che insorgono quando non si ha un'abitazione e si integra con altri servizi presenti in città a favore delle persone senza dimora (servizio mensa, distribuzione vestiario, distribuzione farmaci, sportello di segretariato, centro di ascolto, centri diurni....), l'insieme dei quali mira a dare risposta ai principali bisogni di chi non ha una casa». Nel 2021 le persone accolte in Housing first/led sono state 71, quelle accolte in Asilo Notturno sono state 114 e quelle accolte in Accoglienza Invernale sono state 193. 

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