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Cronaca

Gravi lesioni causate da prelievo Infermiere e chirurghi a processo

Sul banco degli imputati un operatore sanitario del Sert e due specialisti vascolari del Sant'Antonio. Il primo avrebbe autorizzato un 28enne a inserirsi l'ago da solo, i secondi non avrebbero effettuato le giuste diagnosi

Da un prelievo di sangue a lesioni con danni permanenti: come riportano i quotidiani locali, il pubblico ministero Segio Dini è deciso a far luce sulla vicenda che, nel 2011, ha visto protagonista un 28enne padovano di Ponte San Nicolò le cui condizioni avrebbero subito un grave peggioramento a causa, secondo l'accusa, del cattivo operato di un infermiere del Sert e due chirurghi vascolari dell'ospedale Sant'Antonio. Per tutti e tre è stato chiesto il processo, giovedì la prima udienza.

IL PRELIEVO. Il ragazzo, all'epoca dei fatti 25enne, il 6 aprile del 2011 si presenta al Sert dove un infermiere viene incaricato di fargli un prelievo. Il giovane è tossicodipendente, le vene sono molto danneggiate e l'operatore, non riuscendo a individuare un punto dove inserire l'ago, avrebbe autorizzato a fare da sé l'utente, che si è così procurato un'infiammazione all’inguine destro dopo aver bucato l’arteria.

"DIAGNOSI ERRATE". Nove giorni dopo, il 25enne si presenta al pronto soccorso del Sant’Antonio con forti dolori, qui il primo chirurgo interpellato avrebbe raccomandato al paziente solo riposo, ghiaccio sull’ematoma e una terapia antinfiammatoria. Il 28 aprile, a fronte di un ulteriore peggioramento, il ragazzo torna in ospedale dove un secondo chirurgo avrebbe preso sotto gamba il suo quadro clinico, non prescrivendo i necessari approfondimenti. Il risultato, per il giovane è un indebolimento permanente della gamba e della capacità di deambulare causato dalla lacerazione all’arteria femorale che appunto non sarebbe stata curata a dovere.


 

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